Mps, il board sul capitale. Risiko, l’ipotesi del polo con Modena e Milano
F.Mas.
Si parlerà certamente — anche se non è all’ordine del giorno — del necessario rafforzamento di capitale al board di Mps che la presidente Patrizia Grieco ha convocato per oggi. In programma ci sono gli ultimi passaggi della complessa scissione di 7,5 miliardi di crediti deteriorati a favore di Amco, la società di gestione di npl al 100% del Tesoro, che è anche azionista della banca senese con il 68%. Ieri si è conclusa la scissione non proporzionale a favore di Amco, che vede Montepaschi scendere al 4% circa nel rapporto tra crediti e npl. La contropartita è stata però per Siena una riduzione del patrimonio di 1,13 miliardi, pari a 140 punti dell’indice Cet1. Un indebolimento che deve essere corretto dall’istituto guidato da Guido Bastianini, al lavoro sul piano industriale della banca. Vanno poi coperti le richieste di danni legali per 10 miliardi a seguito della condanna degli ex vertici Fabrizio Viola e Alessandro Profumo per le operazioni Alexandria e Santorini) e le nuove svalutazioni sui crediti. Secondo indiscrezioni servirebbero circa 2-2,5 miliardi. Anche per questo motivo il Tesoro punterebbe a spostare Mps entro breve, tanto da aver creato una «dote fiscale» da 2 miliardi netti per Mps, che agevolano un acquirente più grande di Mps, come Unicredit. Il Tesoro potrebbe comunque eventualmente anche coprire per la sua quota l’aumento, per cui ha già stanziato 1,5 miliardi, nonché cercare di separare le cause in una società a parte. Una parte del M5S non vorrebbe però una dote tanto favorevole a Unicredit ma il movimento è spaccato al suo interno. Mps è al centro del risiko, partito con l’opa Creval di Credit Agricole. Ci sono abboccamenti di BancoBpm con Unipol per la fusione con Bper. A sua volta Bper potrebbe muovere verso PopSondrio, o puntare al polo Milano-Modena-Siena.
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