L’architetto è morto a Firenze a 79 anni. Boeri: col Superstudio innestò la cultura pop nel nostro lavoro
M.B.
Migliaia ogni giorno camminano, studiano, si svagano, fanno shopping negli edifici che lui ha progettato. Nella notte di mercoledì è scomparso a Firenze, l’architetto Adolfo Natalini, fondatore del Superstudio e dell’«architettura radicale» (definizione che a lui non piaceva). Suo, tra i tanti progetti, il centro commerciale I Gigli a Campi, così come il nuovo scalone degli Uffizi, il Museo dell’Opera del Duomo e il polo universitario di Novoli. Nato a Pistoia nel 1941, laureatosi a Firenze nel 1966, Natalini è stato uno dei protagonisti dell’architettura italiana per decenni, professore ordinario dell’Ateneo fiorentino, accademico dell’Accademia delle arti del disegno di Firenze, dell’Accademia di belle arti di Carrara e dell’Accademia di San Luca. E dopo l’esperienza del Superstudio, fondato tra gli altri con l’amico Toraldo di Francia, nel 1979 aveva iniziato una sua attività autonoma e nel 1991 era nato lo studio Natalini Architetti con Fabrizio Natalini, omonimo ma non parente. Lascia la figlia Arabella e il dolore di tutto il mondo della cultura, ma anche della politica e dell’università. Oggi, da mezzogiorno, la salma sarà esposta nella Cappella di San Luca alla Santissima Annunziata e i funerali si terranno domani nella basilica sempre a mezzogiorno.
Lunghissima la lista delle sue opere, pubbliche e private, non solo in Italia: dalla sistemazione del Muro del Pianto a Gerusalemme al Teatro della Compagnia a Firenze, dal distretto editoriale Henan a Zhengzhou in Cina al museo fiorentino dell’Opificio delle Pietre Dure, al polo universitario di Porta Tufi a Siena e ancora il centro Coop a Gavinana e quello di Empoli, interi isolati a Lipsia e Francoforte.
«L’abbraccio di Firenze alla famiglia e agli amici di Adolfo Natalini, ex membro di Superstudio, architetto al di sopra degli stili e dei cliché, uomo sempre interessato alla cultura dei luoghi, alla loro storia. Per me anche un amico. Ciao maestro», ha scritto sul proprio profilo Twitter, il sindaco di Firenze Dario Nardella, mentre il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi ha sottolineato: «Il pensiero e l’attività di Adolfo Natalini hanno segnato non soltanto il tessuto culturale italiano ma anche quello pistoiese. L’architetto era legatissimo alla sua Pistoia e solo pochi mesi fa si era occupato del teatro Manzoni ed era pronto a dare il suo contributo per il recupero della struttura, donandoci la sua preziosa collaborazione». Stefano Boeri lo ha ricordato sul web: «Nel 1966 con Cristiano Toraldo di Francia e altri amici fondò Superstudio, innestando la cultura pop nell’architettura: da allora nulla fu più lo stesso». Ordine e Fondazione Architetti di Firenze, esprimendo profondo cordoglio hanno sottolineato: «Se ne va un pezzo di storia di Firenze e dell’architettura italiana: il suo lavoro e le sue visioni hanno segnato e influenzato profondamente un’epoca».