gerardo adinolfi
Nel mirino otto anni di appalti, compreso quello per l’impianto di depurazione dei fanghi a Ponte a Tressa
Quattordici indagati, tra cui l’amministratore delegato e il direttore operativo dell’Acquedotto del Fiora spa, società a partecipazione pubblica che gestisce il servizio idrico a Grosseto, Siena e in parte a Livorno. Accuse, a vario titolo, di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio, turbativa d’asta, falso ideologico, truffa ai danni dello stato. Con otto anni di appalti, per decine di milioni di euro, finiti nel mirino della procura di Grosseto. Secondo le indagini condotte dalla polizia stradale e dalla polizia municipale, infatti, diverse gare indette dall’Acquedotto del Fiora tra il 2010 e il 2018 sarebbero state pilotate dagli indagati, in concorso, per essere aggiudicate da cinque imprese.
Ieri mattina la guardia di finanza, la stradale e la municipale hanno così dato esecuzione a un decreto di perquisizione e sequestro. Gli investigatori sono entrati in tutte le sedi dell’Acquedotto tra Siena e Grosseto. In via Mameli a Grosseto i dipendenti, al loro arrivo al lavoro, hanno dovuto aspettare all’esterno mentre i finanzieri hanno duplicato tutti i server. Perquisizioni anche a Milano e a Roma, nella sede di Acea, municipalizzata del Comune di Roma, non coinvolta nell’inchiesta. Ma l’ad dell’Acquedotto del Fiora Aldo Stracqualursi e il direttore operativo Enzo Di Nunno sono dipendenti di Acea (socio privato dell’Acquedotto del Fiora) così gli inquirenti hanno perquisito anche i loro uffici romani. Loro, secondo quanto trapelato, sono tra i 14 indagati: sette sono funzionari o dirigenti della società Acquedotto del Fiora e sette imprenditori o legali rappresentanti di cinque aziende coinvolte, la Newlisi spa di Milano, la Ecospurghi Amiata snc di Siena, la Ecosupurgo di Casprini Emanuele & C di Siena, la F. lli Marconi di Grosseto e l’Autospurgo Labianca di Grosseto. L’indagine è nata dopo alcuni controlli della polizia stradale a tir che trasportavano liquami. Partendo da lì gli inquirenti hanno monitorato otto anni di appalti ipotizzando anche una turbativa d’asta per un grosso appalto per la costruzione di un impianto di disidratazione dei fanghi a San Giovanni, a Grosseto. Tra le società anche la Newlisi spa che per il Fiora gestisce l’impianto di Ponte a Tressa, a Siena, considerato un’eccellenza italiana per la depurazione dei fanghi. Sull’inchiesta è intervenuto il presidente dell’Acquedotto del Fiora Emilio Landi: « Da quanto appreso l’indagine riguarda alcune figure di responsabilità incaricate di operazioni ben precise — ha spiegato — abbiamo piena fiducia nell’operato della giustizia, ma personalmente ho anche fiducia nella serietà del nostro personale. Vedremo poi quello che emergerà e valuteremo le eventuali azioni da intraprendere».