di Marco Gasperetti
Brambilla: abolire il Palio. Il sindaco: dispiaciuti ma l’evento è stato un successo
SIENA Doveva essere il Palio straordinario del ricordo, la festa dei cent’anni dalla fine della Grande Guerra, una kermesse unica e irripetibile. Si è trasformato in una corsa drammatica con Raol, il cavallo della Giraffa, abbattuto dopo le gravissime fratture riportate e due fantini feriti anche se per fortuna non in modo grave.
E adesso, dopo la festa delle contrade, gli sbandieratori, lo splendido corteggio storico, i canti e le benedizioni, a Siena non si placano le polemiche. Con gli animalisti che chiedono per l’ennesima volta la cancellazione della manifestazione, l’Enpa (Ente protezione animali) che annuncia una denuncia alla magistratura e l’onorevole Michela Vittoria Brambilla (Forza Italia) che definisce il Palio di Siena «l’inferno dei cavalli». C’è chi poi parla di giallo sull’ora della morte dell’animale.
In città se ne parlava già da sabato sera, poi durante la notte e infine ieri mattina. Il sindaco Luigi De Mossi, alla guida di una giunta di centrodestra con la Lega in maggioranza, dice però d’essere stato avvertito nel pomeriggio di domenica ed esprime tutto il dolore della sua città. «Siamo terribilmente dispiaciuti per l’incidente — spiega De Mossi —, perché la cura e l’amore che abbiamo per i cavalli del Palio è conosciuto a livello mondiale. L’attenzione è massima, curiamo i cavalli come nessun altro, abbiamo una clinica specializzata e un’ambulanza che in caso di emergenza trasporta immediatamente l’animale dove può essere curato. Il Palio straordinario è stato un successo. Noi siamo aperti al dialogo, ma non accettiamo provocazioni da parte di chi non sa niente della nostra cultura che è amore e cura per i cavalli».
L’ex ministra Brambilla, presidente della Lega italiana difesa animali e ambiente (Leidaa) e del Movimento animalista, è invece convinta che non esista cultura nel Palio di Siena. «Lanciare cavalli a folle velocità in Piazza del Campo su tracciati con quei raggi di curvatura — spiega — è una grave forma di maltrattamento che provocherà sempre incidenti mortali. Le manifestazioni tradizionali che comportano sfruttamento di animali sono anacronistiche e per questo devono essere abolite».
Brambilla ricorda anche che da ministro del Turismo si è battuta perché il Palio di Siena non fosse incluso tra le manifestazioni patrimonio dell’Unesco. Poi denuncia: «Il fantino di Raol, Jonatan Bartoletti, è lo stesso che montava Mamuthones, il cavallo morto durante la mossa del palio di Asti 2013». Il sindaco di Siena scuote la testa. «Prima di fare osservazioni bisogna conoscere, sapere che cosa sia veramente il Palio di Siena — ribatte — altrimenti si fa solo polemica per cercare di mettersi in evidenza».
Dal 2000 sono stati otto i cavalli morti. Prima di Raol nel 2015 era morta Periclea, una femmina che si era infortunata durante una delle batterie ed era stata abbattuta. Nel 2011 era toccato a Messi, deceduto durante una prova della corsa. Al Palio del 2 luglio 2010 stessa sorte per Giove Deus. Il 16 agosto del 2004 era morto Amoroso e l’anno prima Alghero e Big Big. Infine nel 2000 Braccio di Ferro era stato abbattuto una ventina di giorni dopo l’infortunio. Sono passati 18 anni e in pista si muore ancora.