Il 14 aprile il Festival di Cannes tornato nelle date abituali di maggio (17-28) annuncerà il suo programma ma le scommesse sulla selezione, chi ci sarà o meno, sono già iniziate. Non è solo un gioco più o meno lieve, l’appuntamento che comprende quest’anno anche il Marché du Film è per il settore uno dei più importanti specie a fronte di una crisi pandemica o post che ha costretto il sistema cinematografico a riposizionarsi. Tra i titoli che sembrano confermati troviamo Elvis di Baz Luhrmann, il biopic sul re del rock’n’roll – affidato all’interpretazione di Austin Butler – che ne ripercorre gloria e tragedia attraverso il rapporto col suo manager, il colonnello Tom Parker – a cui dà vita Tom Hanks. Nelle parole del regista, che è naturalmente un grande fan di Presley, la vita di Elvis «è la tela perfetta attraverso la quale esplorare l’America negli anni ’50,’60 e 70». Hollywood secondo «Screen International» avrebbe assicurato il debutto sulla Croisette anche del sequel Top Gun:Maverick con Tom Cruise. Si parla poi – e per l’apertura – di Three Thousand Years Of Longing di George Miller, con Idris Elba e Tilda Swinton,e del nuovo James Gray Armageddon Time cast di star tra cui Oscar Isaac, Anne Hathaway,Anthony Hopkins.
IN CORSA per la Palma potrebbe esserci sempre dall’America anche Kelly Reichardt, protagonista nei mesi scorsi di una trionfale afermazione in Francia grazie alla retrospettiva che le ha dedicato il Centre Pompidou a Parigi: il nuovo film in cui ritrova ome protagonista Michelle Williams per la quarta volta si chiama Showing Up.
Per l’Italia si parla del nuovo film di Emanuele Crialese, L’immensità, star Penelope Cruz, col quale il regista siciliano tornerebbe sulla Croisette vent’anni dopo il suo esordio, Respiro, che vinse la Semaine de la Critique. C’è naturalmente Scarlet il film «francese» di Pietro Marcello, girato in Normandia, e potrebbero arrivare anche Princess, secondo film di Roberto De Paolis già alla Quinzaine nel 2017 con Cuori puri, e Marcel!, il primo lungometraggio di Jasmine Trinca con Alba Rohrwacher.
Attenzione speciale per l’Ucraina la cui produzione è stata cancellata dalla guerra – molti registi e produttori sono in questi giorni in trincea per contrastare l’occupazione russa. Sempre secondo «Screen» il festival avrebbe già invitato Pamfir, esordio di un giovane e talentuoso regista ucraino, Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk – in coproduzione francese. Anche Sergei Loznitsa ha un nuovo lavoro, The Natural History of Destruction, sull’impatto dei raid aerei degli alleati in Germania durante la seconda guerra mondiale. In questi giorni il regista ucraino è stato allontanato dalla Film Academy del suo Paese per essersi espresso contro il boicottaggio generalizzato degli artisti russi. E a proposito: il Festival di Cannes, come molti altri, ha deciso di non accogliere delegazioni ufficiali-governative russe, lasciando aperte però le porte ai registi indipendenti – e spesso dissidenti. Come Kirill Serebrennikov che ha terminato Tchajkovsji’s Wife, sulla figura iconica del compositore russo. O Kantemir Balagov – autore di La ragazza d’autunno e Tesnota entrambi al Certain Regards – che ha lasciato in questi giorni la Russia e sta lavorando alla sua nuova produzione, Monica.
UN RITORNO potrebbe essere anche quello di Lisandro Alonso con Eureka – l’ultima volta a Cannes era stato con Jauja (2014). Molti come sempre i registi francesi, tra cui Rebecca Zlotowski(Other People’s Childern), Desplechin (Brotehr and Sister), Christop Honoré(Le Lycée).