In città il segretario avanti solo di 4 punti contro i 12 del collegio. Per il Pd Comunali 2023 in salita
Mauro Bonciani
siena A Siena città Enrico Letta ha vinto con il 46,1% dei voti, contro il 41,9% di Marrocchesi Marzi, quattro punti percentuali contro i 12 di differenza nell’intero collegio: un vantaggio di appena 776 voti che nella città del Palio ha fatto rumore. E su cui le coalizioni danno una lettura diversa in vista delle Amministrative del 2023 in cui si dà per scontato che il sindaco in carica, Luigi De Mossi, corra di nuovo per il centrodestra. Unica certezza, la partita sarà aperta e il centrodestra si sta radicando, come era impensabile solo pochi anni fa.
Intanto, stessi numeri alla mano, il Pd sottolinea la vittoria, Lega e alleati il fatto che è stata la «provincia rossa» a far andare il segretario nazionale Dem a Roma, non la città del Monte dei Paschi. Mentre nei palazzi del potere si fa presente che con Marrocchesi Mazzi si è impegnata a fondo solo la Lega, non FdI né Forza Italia, e che l’astensione forse ha penalizzato il candidato civico rispetto alla capacità di mobilitazione di Pd e alleati. «Il primo bilancio su Siena città e sul voto? Noi abbiamo dato il nostro contributo, senza i nostri voti, 1.500 in città e 8.000 in provincia, Letta non vinceva — dice Stefano Scaramelli, capogruppo di Iv in regione e big renziano del territorio —. Uniti, in una coalizione plurale e riformista, M5S non si è visto, si vince. Il Pd canta vittoria, ma mi aspettavo almeno una parola di ringraziamento per il nostro contributo. Il ché non vuol dire che rivendichiamo chissà cosa, ma che se lavoriamo insieme, con rispetto, i risultati arrivano». E Scaramelli aggiunge: «I meno di 800 voti di vantaggio del segretario Dem dicono anche che il consenso di De Mossi e del centrodestra è alto. Non si deve cantare vittoria troppo presto, anche se si è evidenziata la spaccatura tra Lega e Fratelli d’Italia nella campagna delle Suppletive».
«Vantaggio stretto? Essere avanti in una città dove non governiamo è il dato importante anche perché a Siena c’è stata la percentuale di votanti più alta del collegio — dice Andrea Valenti, segretario provinciale del Pd —. Marrocchesi Marzi poi in città ha giocato anche la carta della senesità, così come ha pesato la questione Mps, fronte su cui Letta confermerà il proprio impegno. Questo voto è un segnale di speranza per il 2023, partendo da rapporti politici che si erano raffreddati». Letta tornerà a Siena? «Appena finiti i ballottaggi, che lo impegnano come segretario nazionale del partito. Lo aspettiamo per festeggiare di nuovo».
Il sindaco Luigi De Mossi anche ieri non ha voluto commentare il voto, la questione della fusione di Mps in Unicredit resta sospesa — ieri Unicredit ha segnato in Borsa +3,4% e il Monte dei Paschi +2,8% — e sul cammino da qui alle Amministrative per eleggere il sindaco, Guglielmo Picchi, commissario della Lega a Siena e in prima linea per Marrocchesi Marzi, afferma: «Lo scarto di appena 4 punti per Letta è un chiaro segnale della fiducia in De Mossi, un passo verso la sua riconferma; siamo andati bene anche rispetto alle regionali di un anno fa. Con un’affluenza sopra i 45% avremmo vinto noi. L’impegno di Fdi e Fi non è stato lo stesso nostro, ma non c’è nessun problema. Fdi — continua — non ha leader nazionali oltre Meloni ma i suoi circoli si sono impegnati e Brunetta doveva venire, ma ha annullato la data la sera prima; e la presenza di altri esponenti azzurri del governo non sarebbe stata utile».
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