Il presidente ad interim degli industriali toscani
di Maurizio Bologni
« Non ci voglio nemmeno pensare, un nuovo lockdown sarebbe drammatico per un’economia toscana che vive di export e turismo, le perdite delle aziende vanno già dal 30% al 90%, tra luglio e settembre c’era stata una piccola ripresa ma abbiamo già riperso tutto » . È molto preoccupato Maurizio Bigazzi, presidente di Confindustria Firenze, che negli ultimi due giorni ha ricevuto altri due incarichi. Ieri è entrato nella giunta di Camera di Commercio, che nell’occasione ha aggiunto uno stanziamento di 1,3 milioni di euro ai 5 milioni già erogati a fondo perduto per i bandi destinati a digitalizzazione, messa in sicurezza sanitaria e internazionalizzazione delle aziende. Il giorno prima Bigazzi aveva ricevuto la presidenza ad interim di Confindustria Toscana dopo le dimissioni di Alessio Ranaldo. «Voglio ringraziarlo — dice Bigazzi — Da imprenditore so che prima deve venire l’azienda, la produzione, il lavoro dei dipendenti, poi le cariche nelle associazioni di categoria che un imprenditore può permettersi se qualcuno lavora al posto suo, come nel mio caso fa mio figlio».
Lo spettro di un nuovo lockdown toglie il sonno all’industria, quella del manifatturiero in particolare. « I consumi di moda sono in regresso, con effetti devastanti, nel periodo aprile- settembre 2020 la produzione tessile pratese registra un ulteriore — 27,8% e attendiamo un nuovo crollo dopo le ultime misure del governo: se le occasioni di socialità si riducono drasticamente, non si va al ristorante e a teatro, i consumi di moda fanno altrettanto», dice Maurizio Sarti, presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord. E Bigazzi aggiunge: « La nuova ondata di emergenza sanitaria ha portato misure tragiche per le aziende, peccato, perché altrimenti avremmo avuto una forte ripresa. Per noi il canale estero è diventato un punto di debolezza, l’unica speranza è la ripartenza della Cina».
Bigazzi si scalda sui ritardi della pubblica amministrazione. «Pensiamo che quando finirà l’emergenza sanitaria, le aziende sapranno cavalcare una ripresa veloce, ma altrettanta rapidità ed efficienza chiediamo da subito alla PA — dice — Servono le infrastrutture. Stiamo perdendo tempo. È inammissibile che non si cantierizzino opere per le quali ci sono risorse disponibili e spendibili, l’aeroporto, il polo fieristico, la stazione dell’alta velocità, l’allungamento della tramvia all’aria industriale dell’Osmannoro. Il problema è la burocrazia di cui non riusciamo a liberarci e che fa scappare i miliardi degli investitori privati. Domenica ho studiato la legge sulla semplificazione, che va nella giusta direzione ma che temo verrà disattesa da una burocrazia dura a morire. Uno degli ultimi esempi sono i super bonus 110% per l’efficienza energetica e per le misure anti sisma, che dovrebbero garantire la ripresa dell’edilizia ma che non sarà facile attuare. Basta, è l’ora di farla finita».
Il presidente degli industriali fa invece un’apertura di credito al nuovo governatore della Regione Giani. «Le premesse sono buone, c’è volontà di ascoltare e discutere, colgo un vento di novità, spero si passi presto dal confronto ai progetti » , dice Bigazzi, che si mostra “dialogante” coi sindacati. «Tornare a poter licenziare? Non è questo il momento, bisogna perseguire la massima coesione che sarà una ricchezza per la ripartenza, e con i sindacati abbiamo sottoscritto un articolato documento Comune per la nuova guida della Regione ». Il presidente degli industriali torna ad inalberarsi quando si parla di Mes. « Certo che sono favorevole a chiederlo, è follia pensare che quei soldi non servano. Ce n’è bisogno per potenziare gli ospedali, assumere medici e infermieri, rafforzare la sanità che è ancora in prima linea. E a proposito do un consiglio ai virologi: smettano di andare in tv a parlare e a contraddirsi, vadano anche loro a lavorare negli ospedali e nei laboratori. ” Stringiamoci a coorte”, è l’ora della coesione».