Il sogno del Pd di ribaltare Arezzo “Ora possiamo farcela”

di Ernesto Ferrara
« È parecchio dura ma ora con la vittoria di Giani possiamo crederci: Arezzo si può vincere» sognano nel Pd toscano. Fino a qualche settimana fa già arrivare al ballottaggio era considerato un traguardo difficile nel quartier generale dem di via Forlanini ma il successo delle regionali ha regalato un abbrivio diverso al centrosinistra: « Sono ottimista » confessa la segretaria dem Simona Bonafè in vista del secondo turno di domenica e lunedì prossimi. Eugenio Giani si è presentato già due volte ad Arezzo accanto a Luciano Ralli, il medico candidato sindaco dem che il 20-21 settembre si è fermato al 35%. E non è ancora escluso che prima di venerdì possa tornare pure Zingaretti per chiudere la campagna. « L’amministrazione Ghinelli ha provato a gestire l’ordinario e lo ha fatto con scarso successo. Con lo straordinario ha dimostrato di non sapere nemmeno da che parte iniziare » dice un Ralli da qualche giorno più pimpante, da ieri sostenuto anche da Farsetti e Rifondazione speranzoso di riuscire a cavalcare l’onda di Giani & co. E infatti il sindaco uscente e ricandidato del centrodestra, l’ingegnere Alessandro Ghinelli, forzista mai troppo amato dalla Lega, 47% al primo turno, mangia la foglia e provoca: « Non credo di essere penalizzato dalla logica regionale, le dinamiche cittadine sono diverse: se gli aretini si danno un’occhiata intorno non possono che votare per me e per quello che ha fatto la mia giunta, a partire dalla cultura. E poi io non ho burattinai, Ralli forse sì: vedo che lui ormai gira per Arezzo con Giani, io giro con la mia fidanzata, giro con gli aretini».
E con chi girerà stavolta, Arezzo? Storica capitale dell’oro italiano, tradizione bianca, la città di Fanfani è passata dal centrodestra al centrosinistra già 2 o 3 volte negli ultimi 25 anni e chissà, anche stavolta la roulette potrebbe girare. C’è anche uno che si atteggia a croupier in questi giorni del resto, ed è Marco Donati, che si era candidato con due liste civiche e aveva preso il 9,2% al primo turno. Dove finiranno i voti dell’ex parlamentare Pd, un tempo renzianissimo ma oggi senza l’appoggio di Italia Viva? Al centrosinistra, si dovrebbe ipotizzare. Eppure non è detto, perché i radar aretini ieri segnalavano di un incontro in vista con Ghinelli, dopo quello con Ralli dei giorni scorsi. E del resto Donati lo dice chiaro: «Non conta il mio percorso personale, conta la storia della mia lista, persone con provenienze politiche diverse. E comunque io dal centrosinistra mi sarei aspettato parole chiare sulla sanità, che qui ha fatto un passo indietro ». Nemmeno nei 5 Stelle il Pd potrà contare, come invece a Cascina: «Meglio Ralli che Ghinelli» vanno dicendo da giorni i militanti grillini aretini. E però il Movimento taglia corto: « Nessun margine per accordi, nessuna indicazione di voto, nessun endorsement » dice Irene Galletti. Ghinelli conta di farcela e non teme imboscate leghiste: «Siamo compatti, Arezzo la teniamo al 90% » dicono del resto nel Carroccio e anche i forzisti. Per il Pd l’ebbrezza della vittoria sarebbe doppia: « Se riprendiamo Arezzo torniamo 5 a 5 nella gara dei capoluoghi con la destra » . E se Arezzo torna Pd anche per la giunta di Giani cambia qualcosa: a quel punto l’ingresso di Vincenzo Ceccarelli, assessore regionale uscente e ipervotato anche stavolta, si farebbe davvero probabile.
Firenze – la Repubblicafirenze.repubblica.it