Così i soldi della Lega sparivano grazie ai contabili

Agli atti dell’inchiesta milanese un milione e 350 mila euro passati dal partito ai tre commercialisti arrestati, attraverso l’ex direttore della Ubi di Seriate, Ghilardi. Che ora rivela: “Ho sempre insabbiato tutto”. Bonifici anche al tesoriere Centemero
di Piero Colaprico Sandro De Riccardis
MILANO — Un bancario di provincia, da una parte, e Matteo Salvini, il “capitano”, dall’altra. Tra i due non c’è rapporto diretto, eppure un flusso costante di denaro è uscito (o sarebbe uscito) dalle casse della Lega per entrare nei conti correnti dell’Ubi di Seriate, nella bergamasca. E da là, come per magia contabile, sparire. La caccia che viene condotta dai magistrati di tre procure al possibile tesoro nascosto dei leghisti passa anche attraverso Marco Angelo Ghilardi. Era il 2005 ed era già direttore, ma della filiale di Corbetta, e Alberto di Rubba un semplice impiegato. Diventano amici. Se quindici anni dopo, non lo sono più, c’è più d’una ragione, anzi un milione e 350mila ragioni.
La paura
Il commercialista Di Rubba, che ha realizzato una grande carriera collaborando con la Lega, adesso si trova agli arresti domiciliari con i colleghi Michele Scillieri e Andrea Manzoni. I tre sono stati arrestati su richiesta della procura di Milano, l’inchiesta è partita sulla compravendita del capannone della Lombardia Film Commission a Cormano. Si capisce che quell’immobile di periferia è soltanto un tassello nel lavoro dei magistrati. Oggi non se la passa bene nemmeno Ghilardi: si è ritrovato fragorosamente licenziato in tronco per i suoi rapporti con Di Rubba e per non aver segnalato le operazioni sospette a Bankitalia. I magistrati l’ascoltavano lamentarsi: «Mi han sospeso… mi han sospeso per te e Manzoni, ho 47 pagine su cui devo rispondere tra sette giorni ».
Il flusso di denaro
La Gdf ancora non riesce a raccapezzarsi tra i mille rivoli e anche l’audit dell’Ubi, che licenzia Ghilardi, sembra mischiare le cifre allo sconcerto. Ma perché la Lega paga così tanto? E poi, sono operazioni legali? Al solo studio Dea, dei commercialisti, arrivano dai leghisti circa 700mila euro dal primo gennaio 2015 al 21 ottobre 2018. Più precisamente, 591 mila li dà la Lega Nord, 47.200 la Lega per Salvini, oltre 57mila la Pontida fn. Vengono definite “consulenze”.
Ma altre “consulenze” cospicue approdano nelle casse del solo Andrea Manzoni: 183 mila euro dalla Lega nord, 10 mila dalla Lega per Salvini e 45 mila da editoriale Nord. Poi c’è lo studio Cld (sempre dei commercialisti): riceve 296 mila da Lega nord, 49 mila da Radio Padania, 12.200 da Editoriale nord, 8.540 da Pontida fn, 48.800 da Francesco Baracchetti.
Solo fermandosi qui, c’è un milione e 350mila euro che passa dalla Lega a quelli che, in fondo, sono tre professionisti “interni”: e tutti questi movimenti di denaro approdano nella piccola banca grazie a Ghilardi e al suo ex amico Di Rubba.
I conti della Lega
«Hanno il sospetto che io sia collegato a voi», si lamenta Ghilardi al telefono con Di Rubba. «Evitando le segnalazioni, ho visto velocemente un po’ di movimenti e vabbè.. il discorso dei bonifici di Radio Padania, Cld, Partecipazioni, Dea.. Tutto da lì nasce.. ho finito la mia carriera in banca.. (..) Radio Padania ci sono i bonifici capito? – ripete a Di Rubba – . Hanno intercettato tutte le mail tra me e te». La disperazione del bancario svela le altre contestazioni di Ubi legate ad altrettanti conti leghisti. «Mi hanno contestato anche… ti ricordi quel conto che aveva Centemero?», Giulio, segretario amministrativo della Lega per Salvini. «E poi hanno tirato fuori “Non solo auto” (società riconducibile a Di Rubba, ndr. ).. anche lì arrivano cose della Lega Nord».
Ubi banca contesta al dipendente centinaia di operazioni sospette che non ha mai segnalato.
Le hanno realizzate Manzoni e Di Rubba: nella filiale, scrive il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, risultano «radicati i conti correnti intestati a gran parte dei soggetti coinvolti nell’indagine». Oltre al conto della Lombardia Film Commission, nella filiale sono operativi i conti di varie società, tutte riferibili ai commercialisti bergamaschi. Un labirinto e Ghilardi è, in qualche modo, il filo d’Arianna.
Affari sporchi.
«La prima e la più sporca» delle società dei commercialisti, dice Ghilardi al procuratore aggiunto Eugenio Fusco e al sostituto Stefano Civardi lo scorso 22 luglio, «è sicuramente la Taaac srl. Sono operazioni prive di valide ragioni economiche che, al di là degli importi, non mi è capitato di vedere in tutta la mia carriera » .
La Taaac ha sede a Milano, ma il conto resta appunto a Seriate, così come i conti di SDC e Studio CLD, sui quali affluiscono numerosi accrediti da parte della Lega Nord, con la dizione “saldo fattura”».
Ma quali solo le operazioni che giustificano la fattura?
«Soldi a Centemero»
Quando Ghilardi torna davanti ai pubblici ministeri, il 24 luglio, è sempre più amareggiato: «In pratica ho sempre insabbiato tutto». Ghilardi si preoccupava e non senza ragione. Vede che sui conti arrivano fondi da Radio Padania, Barachetti service, Lega nord, Editorial Nord, «mentre le uscite sono destinate a Di Rubba, Manzoni, Studio Dea consuting e anche Centemero». Operazioni strambe, certo, ma «tutto sempre a pareggio », dice. Insomma, «dai flussi finanziari emerge il ritratto di una società fantasma, senza margini di profitto ». Quindi, «l’unica ragione sottesa a questi pagamenti triangolari – mette a verbale – potrebbe risalire all’intenzione di trasferire soldi. È questo un caso tipico di operazione da segnalare a fini anticiclaggio (…) Io ovviamente non l’ho fatto».
«Ricatto alla Lega»
Usa i segreti sul denaro leghista anche Luca Sostegni, per ottenere denaro da Michele Scillieri. La moglie del commercialista scopre un cellulare segreto e avvisa il fratello, che Scillieri usa come prestanome nell’operazione di Cormano. «Lo ricatta per le cose della Lega». Quando il cognato ne parla a Scillieri, lui si mostra tranquillo. «Più che a me – dice … i diretti interessati», alludendo a di Di Rubba e Manzoni.
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