B.Mps: coronavirus cambia piani Mef, tempi lunghi per uscita (Sole)

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Martedì 21 Aprile 2020

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La crisi del coronavirus investe in pieno anche il dossier Monte dei Paschi, che alla prossima assemblea del 18 maggio ufficializzerà la fine dell’era Morelli, ceo dal 2016, con l’atteso passaggio del testimone all’ex ad di Carige Guido Bastianini, che troverà alla presidenza Patrizia Grieco, in arrivo dall’Enel.

I nuovi vertici, scrive Il Sole 24 ore, si troveranno uno scenario aperto, molto più del previsto. Perché l’emergenza economica non si

limita ad allungare il calendario dell’uscita del Tesoro da Rocca Salimbeni, fissata al momento nel 2021. Ma rimette in discussione le stesse ipotesi costruite con fatica prima della pandemia.

L’ultima puntata del negoziato fra Roma e Bruxelles si era concentrata sulle possibili modalità di cessione del pacchetto da circa 10 miliardi di crediti deteriorati ad Amco, la società del Tesoro che con la sua ragione sociale dedicata alla gestione degli Npl appare destinata ad avere un ruolo sempre più centrale nel mondo bancario. Da Bruxelles, a quanto filtra da Via XX Settembre, la risposta definitiva dell’Antitrust europeo, attesa per la metà di febbraio dopo una serie di proroghe informali, non è mai arrivata.

Ma nel frattempo la questione ha cambiato veste. Perché l’operazione Npl era la premessa indispensabile per provare a rendere appetibile il Monte agli occhi di possibili acquirenti. Al di là di rumors più o meno fondati, che di volta in volta hanno visto Ubi B. o Banco Bpm come possibili interessate all’acquisto, di reali manifestazioni d’interesse non s’è vista traccia. E ancora più difficilmente se ne vedranno ora da parte di un panorama del credito che deve affrontare la maxi-partita dei prestiti avviata dal decreto liquidità e in prospettiva preparare gli argini in vista di una nuova ondata di crediti deteriorati prodotti dalla crisi. La stessa Ubi Banca è sotto Ops di Intesa Sanpaolo e solo con un colpo di prestigio potrebbe tornare in pista per Siena.

Tra i possibili candidati c’è stato in effetti BancoBpm, il cui neopresidente Massimo Tononi è passato proprio da Siena nella fase pre-Morelli, ma è anche vero che in questo momento la banca guidata da Giuseppe Castagna sembra avere ben altre priorità.

Non solo. Da metà febbraio è cambiato il mondo. Con le du comunicazioni del 19 marzo e del 3 aprile la commissione Ue ha di fatto messo in archivio i capitoli centrali delle regole sugli aiuti di Stato. E in questi giorni Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia stanno trattando con l’esecutivo comunitario i meccanismi per avviare una sorta di ricapitalizzazione precauzionale per le aziende non bancarie, con l’obiettivo di aprire al Tesoro le porte del capitale di imprese considerate meritevoli di tutela dal rischio di shopping straniero ai prezzi stracciati dal crollo dei listini. L’aria insomma è quella

delle nazionalizzazioni, per quanto temporanee, e va in direzione contraria rispetto agli obblighi di riprivatizzazioni previsti dall’accordo del lontanissimo 2016 su Mps.

Proprio questo aspetto potrebbe tornare a orientare su Siena quei progetti di Banca pubblica degli investimenti su cui si è favoleggiato senza troppo costrutto ai tempi del salva-Bari. La norma c’è, scritta appunto nel decreto sulla Popolare. La voglia politica anche, soprattutto fra i Cinquestelle che al Mef possono contare sulla viceministra Laura Castelli e sul sottosegretario Alessio Villarosa. È mancata,

fin qui, una strada operativa da battere. Toccherà al nuovo a.d. Guido Bastianini tenere il filo tra le istanze di Roma, Bruxelles e Francoforte. Il manager è stato scelto dal Tesoro -che controlla B.Mps al 68%- per guidare la banca in una fase che si prospetta a dir poco sfidante.

vs