SIENA – Auspici come “#sienanonsiferma” sarebbero impeccabili, se solo questa città si fosse mai messa in movimento. Al di là dei post sui social del sindaco, la verità è che una monoeconomia statica, basata sul turismo, è stata messa in ginocchio da una epidemia. Alcuni negozi stanno chiudendo, chi resta aperto fa fatica a pagare le spese di gestione. Il sindaco avrebbe ottenuto consenso e sostegno, anche dall’opposizione, se avesse proposto misure concrete, coraggiose. Invece, solo condizionale e verbi al futuro. Anzi, si continuano a spendere decine di migliaia di euro in inutili fronzoli, mentre un tessuto economico-sociale agonizza. Sorge il dubbio: la città e i suoi rappresentanti sapranno farsi carico dei sacrifici che il momento particolare richiede? Sacrifici che, per quanto ci riguarda, dovranno essere condivisi al di la degli schieramenti, con il necessario coinvolgimento decisionale. In quest’ottica la giunta dovrebbe rivedere e modificare le previsioni di bilancio per il 2020, per venire incontro a quei soggetti economici e sociali che dalla situazione di crisi stanno subendo e subiranno i maggiori contraccolpi. Invece, nell’ultimo Consiglio comunale il primo cittadino si è limitato a elogiare il lavoro dei sanitari, mentre la Maggioranza ha pensato di proporre alcune piccole indicazioni di buon senso. Il momento di grande difficoltà pretende ben altro, a partire dalla rivendicazione di ciò che Siena è, ed è stata, nel campo della cura e della qualità ambientale. Siena avrebbe il vantaggio di presentarsi come la città e il territorio della qualità della vita, certificato carbon-free, lontano dai focolai e dalle zone più antropizzate e inquinate, con un sistema sanitario efficiente.