Il sindaco preoccupato per le probabili perdite degli introiti comunali. All’aeroporto file di stranieri in partenza, meno viaggiatori su bus e tramvia: solo gl Uffizi si salvano
di Ernesto Ferrara Si svuota la tramvia, gli alberghi si ritrovano mezzi vuoti. Però resistono gli Uffizi, che addirittura totalizzano il più 10% di visitatori martedì scorso, segnale di speranza in un clima da “deep impact”. Duro l’effetto sulla città del coronavirus. I nuovi contagi spingono i fiorentini a ridurre persino gli spostamenti e il colpo d’occhio fa effetto sul trasporto pubblico. Dalla tramvia sono spariti 28 mila passeggeri al giorno da lunedì in poi, 84 mila fino a ieri. In pratica il 20% in meno ogni giorno, secondo i dati di Gest. E anche sui bus dell’Ataf la flessione dei passeggeri è netta. Per non dire dell’aeroporto: ieri alle 13 la situazione a Peretola era bizzarra: sala check- in strapiena di stranieri con la mascherina in partenza e sbarchi con un numero di persone molto inferiore alla media. Segno che dal Vespucci ormai quasi si decolla e basta. E lo spettacolo è lo stesso alla stazione Santa Maria Novella, deserta ieri sia all’ora di pranzo che nel pomeriggio, con una fila di taxi in attesa rara fuori e nessun cliente in coda.
Dati contrastanti dai musei: se gli Uffizi tengono il passo (nello stesso giorno, il 25 febbraio, 8.889 visitatori nel 2019 e 9.526 quest’anno) i musei civici crollano: 7 mila visitatori persi tra il 20 e il 25 febbraio rispetto allo stesso periodo del 2019, 5 mila in meno solo a Palazzo Vecchio. E il virus contagia anche l’economia. Soprattutto il turismo che si riscopre in ginocchio con gli alberghi mezzi vuoti. E un conto salatissimo che già rischia di abbattersi pure sulle casse comunali. Ieri il sindaco Dario Nardella ha riunito una giunta d’emergenza in cui è stato affrontato il tema del prevedibile, netto calo di introiti da tassa di soggiorno. Se il calo delle prenotazioni si attestasse sul 20% da qui a fine anno, per il bilancio sarebbe una batosta da quasi 10 milioni di euro sui 45 milioni di entrate preventivate.
Confesercenti diffonde dati che sembrano un bollettino di guerra. Guide turistiche — 90 % a causa del blocco gite e delle disdette delle prenotazioni, alberghi — 50% prenotazioni con previsioni peggiorative confermate anche da Federalberghi, col presidente Francesco Bechi che racconta di 30 strutture fiorentine che martedì hanno ricevuto disdette per un totale di 900 mila euro. Solo un albergo ha visto sparire in un giorno prenotazioni per 200 mila euro. « Come vanno gli affari? Potremmo anche stare chiusi » lamenta Carlo Semplici, patron dell’agenzia Songlines Viaggi. « Rischiamo una pandemia economica. E il turismo è il settore più colpito. Benissimo il piano del governo e propongo che accanto a questo l’esecutivo chieda all’Unione europea la deroga al patto di stabilità per il 2020» chiede il sindaco. Nardella invoca anche un «tax credit del 100% per le aziende e la sospensione delle rate su mutui legati agli investimenti». E avverte: «Che non si scarichi sui Comuni l’onere di questa crisi » . Mentre Confindustria ieri ha chiesto alla Regione la sospensione di Irap, Imu e Tari. Le ripercussioni del coronavirus colpiscono più settori. Sono un caso ad esempio anche i mercati rionali e settimanali semi vuoti che, sempre secondo Confesercenti, segnano cali di fatturato del 50/ 70%, sebbene non manchi chi faccia di necessità virtù. Come quell’ambulante che ieri alle Cure ha tirato fuori due cartoni di Amuchina andati a ruba. Perde anche il settore dell’abbigliamento (- 20% fuori area Unesco, — 40% nel centro storico) ed è fuga dai ristoranti secondo Confesercenti: i locali cinesi segnano un meno 80%, meno 30% i locali di food in area Unesco.