Nel 1960, alla morte del marito Salvatore, prese in mano l’azienda e fino a martedì scorso era alla sua scrivania
ILARIA CIUTI
È morta ieri Wanda Ferragamo, presidente d’onore dalla maison Salvatore Ferragamo. Avrebbe compiuto 97 anni il 18 dicembre. Non ce l’ha fatta ma è andata nel suo ufficio, a Palazzo Feroni Spini in piazza Santa Trinita fino a martedì scorso. Se ne va una donna straordinaria. La rimpiange Firenze dove ha vissuto a lungo e dove la si conosceva per quel suo speciale modo di essere, sempre elegante, sempre perfetta, sempre gentile e con il sorriso accattivante e cordiale che non si spengeva mai, sempre vitale e fattiva, mai frivola, mai debole, mai accomodante anche se aperta a tutto e a tutti. Sempre ferma, un pugno di ferro usato con grazia e intelligenza. Una donna straordinaria, sembra retorico dirlo o le solite lodi dopo la morte. Ma non è così.
Straordinaria Wanda lo era davvero, non fosse altro per come era riuscita prendere in mano l’azienda di cui diventò presidente subito dopo la morte del marito Salvatore, il ciabattino partito dal paesello meridionale di Bonito per cercare fortuna in America e tornato negli anni ’30 come “calzolaio delle star” di fama mondiale, dopo avere sedotto il nuovo mondo con il suo genio creativo e avergli fatto conoscere e amare il made in Italy. Si installò a Firenze fondando l’azienda con gli artigiani che lo avevano colpito per il loro saper fare e comprando sia palazzo Feroni Spini, dove è la maison, che la villa Il Palagio sulle colline di Maiano, il cui giardino Wanda aveva riempito dei fiori che le piacevano tanto.
Salvatore l’aveva conosciuta quando, appena tornato dagli Usa, era andato a Bonito a salutare lo zio prete e lui lo aveva portato, come si usa nei paesi, a conoscere il dottor Miletti, il padre di Wanda che allora aveva 18 anni, quasi venti meno di Salvatore. Si innamorarono e non si lasciarono più. Si sposarono nel ’40 e vennero a abitare al Palagio dove Wanda, che allora aveva 19 anni, è morta. Aveva avuto sei figli, si era occupata sempre di loro, ora aveva un numero interminabile di nipoti e pronipoti, amati tutti, figli e nipoti, ma sempre con il timone in mano.
Quanto Salvatore morì il 7 agosto 1960 a 60 anni, Wanda ne aveva 39 e non aveva mai lavorato in azienda, non ne sapeva niente, come spesso accadeva allora alle mogli e d’altro canto sei figlioli non sono pochi. Il 1° settembre dello stesso anno si sedette alla scrivania del marito, che non si è mai stancata di ricordare con amore, e non l’ha più lasciata fino a martedì scorso.
Quello che non sapeva lo ha imparato, quello che doveva fare lo ha fatto con entusiasmo e una forza indomita sotto il sorriso dolce, anche quando il dolore l’ha duramente colpita, prima quando è morta Fiamma, la più grande dei figli e l’unica che aveva lavorato qualche mese con il padre, e recentemente quando è morta anche Fulvia. Ha tenuto unite famiglia e azienda, ha inserito i figli al lavoro via via che crescevano. L’azienda l’ha fatta lei passando dalle geniali, ma sole, calzature del marito al total look, abbigliamento, accessori, profumi. Era cavaliere del lavoro, ha avuto una lunga serie di prestigiosi riconoscimenti dall’Italia e dal mondo.
I dipendenti hanno saputo della sua morte dai figli tramite un messaggio diffuso in azienda e firmato Giovanna, Ferruccio, Leonardo e Massimo: «Cari tutti, con immenso dolore, insieme ai nostri figli e alla famiglia tutta vogliamo comunicarvi la scomparsa di nostra madre Wanda Miletti Ferragamo e condividere con voi il ricordo della sua straordinaria persona.
I suoi preziosi insegnamenti e la sua memoria saranno per tutti noi un esempio di rettitudine e di grande passione per la vita».
Firenze la ricorda come ambasciatrice della città. «Con dolore ho appreso della morte di Wanda Ferragamo Miletti. Con la sua scomparsa perdiamo una donna che, con tenacia e passione, ha contribuito a tenere in alto il nome della Toscana e dell’Italia in tutto il mondo», dice il governatore Rossi facendo le condoglianze alla famiglia e ai lavoratori della Ferragamo spa. «Non dimenticheremo mai la tenacia, la passione e la visione di una donna unica come Wanda Ferragamo che ha portato la bellezza e la creatività da Firenze in tutto il mondo. Il mio abbraccio alla sua splendida famiglia», la ricorda il sindaco Nardella. Il presidente di Confindustria Firenze, Luigi Salvadori dichiara che «l’industria italiana perde uno straordinario esempio di talento, coraggio e passione imprenditoriale, la più grande ambasciatrice di Firenze nel mondo». Stefano Ricci: «Sono profondamente addolorato. La scomparsa di Donna Wanda, autentica signora della moda che ha saputo costruire un gruppo solido e ha portato in alto l’immagine di Firenze nel mondo, lascia un vuoto incolmabile».