Alla fine, tanti saluti a quelli che sono stati i “candidati premier”, perché Salvini e Di Maio seduti allo stesso tavolo per stilare il contratto di un ipotetico governo giallo-verde si vedono costretti a optare per un tecnico a Palazzo Chigi. Carmelo Lopapa ci racconta di un incontro segreto del leader grillino con un papabile e della pista Tabellini, ex rettore della Bocconi. Tutto mentre un Berlusconi ritrovato, di nuovo eleggibile, è pronto a tornare.
“La riabilitazione di Berlusconi, al di là del merito giudiziario, si sta già stendendo come un’ombra sulla debolezza dell’attuale sistema politico”, spiega Claudio Tito. Nella sua analisi dice anche perché i leader di Lega e M5s hanno fretta di blindare la loro unione: “La corsa a derubricare la legge sul conflitto di interessi infarcendola di rassicurazioni e garanzie per Mediaset e l’insistenza leghista a confermare l’alleanza di centrodestra sono i segni più evidenti delle criticità cui è sottoposta l’intesa”. Berlusconi dunque. E Servillo che lo interpreta nella pellicola di Sorrentino. Lo ha intervistato Marco Belpoliti: “Come nel film – così la vede l’attore – il suo corpo politico insegue l’immortalità”.
Conflitto di interessi, allora. Ma anche flat tax, reddito di cittadinanza e legge Fornero. Sono ore di serrato confronto tra Salvini e Di Maio che a Milano siederanno ancora intorno al tavolo per definire i passaggi dell’accordo. Ci sarebbe “convergenza su molti punti”, una ventina quelli abbozzati. Ma Mattarella vigila. E chiaro arriva il suo ultimatum: vuole una rosa di nomi di alto profilo, ed elogiando Einaudi – “nominò un premier suo” – fa partire la stoccata sulle coperture per i programmi: “Il presidente non fa il notaio e deve evitare abusi”.