di Dino Martirano
Le Camere, chiamate ad eleggere i rispettivi presidenti, aprono le sedute senza bussola. Tanto che è probabile un rinvio al pomeriggio delle votazioni per dare modo ai pontieri di rimettere in insieme, ove fosse possibile, i cocci della coalizione di centrodestra andata in frantumi dopo lo strappo del leader della Lega, Matteo Salvini, che ha confermato il suo asse con il M5S. Tutto si è consumato intorno al candidato per la presidenza del Senato, l’azzurro Paolo Romani blindato da Silvio Berlusconi: «Noi votiamo Anna Maria Bernini», ha annunciato a sorpresa Salvini, cambiando le carte in tavola in casa di FI. E Luigi Di Maio (M5S), che ha posto un veto su Romani perché in passato condannato per peculato per la storia del telefonino di servizio prestato alla figlia, si è subito accodato. Forza Italia ha tentato l’ultima carta proponendo «Gasparri al Senato e un leghista alla Camera» ma Salvini ha subito replicato confermando che la Lega voterà «il candidato del Movimento alla Camera». Dunque, oggi, se le ultime trattative risulteranno infruttuose, Lega e M5S hanno i numeri in autonomia per eleggere i due presidenti: alla Camera i pentastellati, dopo una svolta maturata nella notte, candidano Riccardo Fraccaro (nella foto Imagoeconomica) anziché Roberto Fico. Al Senato resta in pista la senatrice azzurra Elisabetta Alberti Casellati, sul cui nome potrebbe (temporaneamente) ricompattarsi il centrodestra (qui l’editoriale di Aldo Cazzullo, qui il retroscena di Francesco Verderami).
|