EMANUELE LAURIA SALVO PALAZZOLO
PALERMO.
È uno dei sindaci del
new deal grillino, indicato dal candidato governatore Giancarlo Cancelleri come modello nella lotta all’abusivismo edilizio. Da ieri mattina il primo cittadino di Bagheria Patrizio Cinque, 32 anni, è ufficialmente indagato nell’ambito di una maxi-inchiesta della Procura di Termini Imerese che coinvolge, oltre al vicesindaco Fabio Atanasio, altre ventuno persone, in gran parte dipendenti del Comune. Su Cinque pesa un provvedimento di obbligo di firma, che lo costringerà a presentarsi ogni giorno nei locali della stazione dei carabinieri: la procura aveva chiesto gli arresti domiciliari ma il gip non ha accolto l’istanza. E sul sindaco pesano le intercettazioni nelle quali lo si sente prodigarsi per favorire la sorella e il cognato, proprietari di una casa abusiva. Violazione di segreto d’ufficio, rifiuto di atti d’ufficio, abuso e turbativa d’asta i reati contestati a Cinque.
L’inchiesta riguarda anche lo smaltimento dei rifiuti. E in particolare il tentativo del sindaco di agevolare, in vista di un bando che non si è mai fatto, l’amico imprenditore Michele Raspanti, titolare della “Ecogestioni”. Il servizio è stato poi affidato senza gara a un’altra società, la Tech, con una spesa di tre milioni. Sul tavolo della commissione antimafia erano finiti i nomi di pregiudicati e parenti di mafiosi che, attraverso questa ditta, avrebbero lavorato per il Comune.
Nel mirino della Procura diretta da Ambrogio Cartosio anche l’affidamento della gestione del palazzetto dello sport: Cinque, in questo caso, si sarebbe speso assieme all’ex commissario della Provincia Manlio Munafò (anche lui indagato) per pilotare il procedimento amministrativo e far prevalere un’associazione sportiva palermitana.
Una bufera che giunge in piena campagna elettorale per le Regionali del 5 novembre, all’indomani della sentenza del tribunale di Palermo che ha sospeso l’esito delle primarie on line che hanno lanciato la candidatura di Cancelleri. Il movimento ha deciso di non tenere conto della sentenza e di non rifare le “regionarie”. A caldo, Cinque aveva parlato di «attacco a orologeria» da parte della magistratura. Ma i vertici di M5S lo hanno invitato a più miti consigli e il sindaco ha smentito. Resta forte nella base, e viaggia sui social, l’irritazione per i provvedimenti della magistratura a sette settimane dal voto in Sicilia. Cancelleri difende il suo “pupillo”: «Cinque stia tranquillo e tenga duro». Mentre il candidato premier Luigi Di Maio è prudente: «Aspettiamo maggiori dettagli ».
Il Pd va all’attacco: «Dove sta la trasparenza sbandierata da Grillo?», chiede il deputato Michele Anzaldi. «Speriamo che almeno le firme che dovrà mettere Cinque non siano false», ironizza il sottosegretario Davide Faraone. E il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, torna a rivolgersi a Di Maio: «Faccia chiarezza sul regolamento sull’abusivismo approvato a Bagheria da assessori e consiglieri M5S che hanno immobili fuorilegge».