LIVORNO. Codice arancione, codice rosso. È lo stesso sindaco 5 Stelle Filippo Nogarin ad innescare la polemica sull’allerta mancato: “Non ci aspettavamo questa situazione perché l’allarme dato dalla Protezione civile era arancione, invece ci siamo svegliati così”, dichiara fin dalle prime ore del mattino sulle tv nazionali, appena si apprende della famiglia distrutta al piano terra del palazzone liberty di via Nazario Sauro. Come dire, nessuno se la prenda con il Comune se l’allarme non c’è stato: nessuno ci ha avvertiti della gravità del rischio, la sottovalutazione non può essere addebitata a noi perché il codice rosso non è stato diramato.
A decidere il colore del codice è il Lamma, il laboratorio meteo. Ma l’autoassoluzione di Nogarin, per la Regione è troppo frettolosa: “Il codice arancione è già un codice di allerta, differisce dal rosso solo per l’ampiezza e l’origine del fenomeno. Ma l’allerta non c’è stata”, annota il governatore Enrico Rossi, uscendo dal vertice negli uffici della Protezione civile di Livorno nel primo pomeriggio. Ovvero, Nogarin non ha mosso un dito.
È il vertice dove Rossi annuncia 3 milioni di euro per le prime necessità e la firma stamani, secondo quanto chiesto dal sindaco Nogarin, dello stato d’emergenza per Livorno. Ma è anche il vertice dove rimbalza la polemica del codice. Perché il Comune di Livorno non ha fatto scattare l’allarme quando, intorno all’ora di pranzo di sabato, si è visto trasformare il codice giallo in arancione? Nelle stesse ore e con lo stesso codice, a Pisa l’allarme è scattato: si sono chiusi i sottopassi, sono partite le telefonate alla cittadinanza. Com’è che a Livorno invece non è scattato un bel niente?
“Il sistema di allerta era adeguato alla natura dell’evento e ha funzionato perfettamente, comunicato fin dal primissimo pomeriggio di sabato ai sindaci e alle amministrazioni. Mi pare che il sindaco Nogarin stia, nei fatti, cercando di alimentare polemiche per addossare responsabilità che non ci sono”, interviene anch l’assessora regionale all’ambiente e alla protezione civile Federica Fratoni. Che aggiunge: “Non a caso Pisa, che ha ricevuto le stesse comunicazioni, ha messo in atto imeccanismi previsti di alert system, dai messaggini alle mail, alle telefonate e ai numeri fissi”. A fine pomeriggio dallo staff del sindaco si fa notare che le modalità di traduzione del codice arancione “sono a discrezione del dirigente della Protezione civile”. Significa che “sta a lui decidere se far partire l’alert system, le telefonate alla cittadinanza e c’è da dire che la settimana scorsa dopo aver fatto scattare l’allarme non e caduta neppure una goccia d’acqua”, si spiega dallo staff del sindaco. Sufficiente per ritenere che l’allarme non sia scattato per timore di una seconda figuraccia.
“Oggi col cuore a Livorno. Il mio pensiero va alle famiglie delle vittime. Stiamo vicini al sindaco Nogarin e alla protezione civile”, twitta Luigi Di Maio per i 5 Stelle. Mentre il Pd annuncia di voler mobilitar i volontari con tanto di “magliette gialle” per aiutar una città in ginocchio.
Dietro le polemiche restano però i problemi irrisolti. Con i 3 milioni della Regione potranno essere coperte le spese urgenti. A cominciare dall’ospitalità delle circa 20 persone rimaste, secondo le stime del Comune di fine pomeriggio, senza un tetto all’Ardenza: l’acqua e il fango si sono portati via tutto. E chi si è trovato sulla strada è stato ospitato nel Palamodigliani. Ma non c’è solo l’emergenza.