Il PALIO di saffo e si rivede tornasol.

Dal pop a cui si ispira per interpretare moderne aree urbane con puzzle colorati, alla gigantesca citazione della classicissima statua della poetessa Saffo abbandonata, opera dello scultore ottocentesco senese Giovanni Duprè, cui è dedicato il drappellone presentato ieri. Frutto di una sorta di circumnavigazione della creatività, accolta non senza perplessità (e qualche fischio) dai contradaioli, al netto dei soliti applausi rituali. Un mix, quello del drappellone di Sinta Tantra, in cui oltre alla statua che incombe sotto a un sole e a una luna, spiccano un’esotica palma verde dietro cui sono tratteggiati i lineamenti della città con una chiesetta di Contrada, in basso il mosaico dei colori più cari all’artista che riprendono anche le geometrie dei marmi senesi, e la figura flebile della Madonna Assunta circondata dagli stemmi delle Contrade.

Così Sinta Tantra, artista angloamericana di origini balinesi nata a New York, si è trovata d’improvviso a misurarsi con la verticalissima dimensione del drappellone, mentre nel 2012 fu protagonista della orizzontalissima performance, dal grande impatto cromatico, per dipingere i trecento metri del ponte di Canary Wharf Group di Londra.

Un balzo nel tempo, una sfida per un’artista abituata a pensare le proprie opere in realtà urbane che sanno di futuro: «Il drappellone di Sinta Tantra — ha detto il sindaco Bruno Valentini, che ha rivolto un omaggio all’ex sindaco Mauro Barni, recentemente scomparso — è un inno al dialogo interculturale e all’incontro tra mondi diversi, lontani tra loro sia per coordinate geografiche che per epoche storiche». Ha aggiunto Margherita Anselmi Zondadari: «È un’arte moderna quella di Sinta Tantra, ma che affonda le sue origini nel passato e che trova una sua conferma anche proprio qui da noi, a Siena». In fondo, un’altra riprova che il Palio è un grande contenitore irripetibile: di cose intime che solo i senesi custodiscono, ma anche capace di dialogare con il mondo fuori, di oggi e di ieri.

Anche per questa permeabilità dove contemporaneità e tradizione si compongono, il Palio regge da secoli ad attacchi e campagne denigratorie. Come quella successiva al Palio di luglio, dopo l’attacco di panico del cavallo Tornasol, impuntatosi a non correre. Per l’inchiesta della Procura i farmaci trovati nel suo sangue non erano legati al suo comportamento fra i canapi. E domani all’alba tornerà addirittura in Piazza del Campo, per le ultime prove prima della tratta di domenica. C’è curiosità per capire se abbia o meno superato lo choc del 2 luglio. Anche se certamente i Capitani delle Contrade — a cui spetta il compito di scegliere i 10 cavalli per la carriera — non lo inseriranno nel lotto. Il nodo strategico è sempre il solito: opteranno per i cavalli migliori, oppure per tattiche più oscure di livellamento in basso? Se sceglieranno i migliori, ce ne sono già 11 fra quelli che salteranno le prove regolamentate di domattina. A cominciare dai già vittoriosi Preziosa Penelope, Morosita Prima, Polonski, Mississippi e Sarbana. E in più c’è, tra i barberi che hanno vinto, anche Occolé. Potrebbe uscirne un lotto con sei cavalli che hanno vinto almeno una carriera. Ma forse è troppo per il Palio moderno, che poco concede al sogno. Anche se, conclude il sindaco Bruno Valentini, «Siena ha la personalità che serve per esprimere il suo punto di vista autorevole sul nostro tempo, andando anche controcorrente se necessario, non cedendo a facili populismi senza cuore e senza ragione».

Daniele Magrini

 

Venerdì 11 Agosto, 2017 CORRIERE FIORENTINO.