5 take away dalle elezioni amministrative in Italia

ROMA — Domenica e lunedì gli italiani si sono recati alle urne per votare circa 1.200 sindaci nelle prime elezioni da quando l’ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi è subentrato alla presidenza del Consiglio a febbraio.

L’arrivo di Draghi ha scosso la scena politica, con il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico che ora schierano nuovi leader e la sua autorità ha diminuito la capacità dei partiti della coalizione di governo di trasmettere il loro messaggio politico e avere un’influenza sulla politica.

I candidati del centrosinistra sono pronti per la vittoria in molte delle grandi città in palio, secondo le proiezioni di lunedì. Ma in molte gare in cui nessun singolo candidato ha vinto a titolo definitivo, anche a Roma e Torino, ci sarà bisogno di un ballottaggio tra due settimane.

Ecco cinque conclusioni sulle elezioni:

Governo nazionale intatto

È improbabile che le elezioni causino problemi al governo nazionale. La leadership di Draghi rimane incontrastata, con indici di gradimento vicini al 70%. Matteo Salvini, leader della Lega di estrema destra, che fa parte della coalizione guidata da Draghi, ha ribadito lunedì il suo sostegno al governo, dicendo: “Se qualcuno cerca di usare il voto per rovesciare il governo di unità nazionale, è molto sbagliato. Noi siamo qui e qui restiamo».

Successo democratico

I Democratici di centrosinistra hanno già cantato vittoria a Bologna, con Milano e Napoli proiettate ad andare a candidati sostenuti dal centrosinistra e candidati Democratici favoriti ai ballottaggi di Roma e Torino. Il leader dei Democratici Enrico Letta, in corsa per vincere a Siena le elezioni suppletive che lo riporteranno al parlamento nazionale, ha detto che il ballottaggio è stato “un grande successo” per il Pd e “una vittoria per l’Europa”.

Giusto soffrire, ma non così tanto

Anche se il gruppo di destra composto dalla Lega di Salvini, Forza Italia di Silvio Berlusconi e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni rischia di perdere nelle cinque città più grandi, era previsto e la destra tende a fare meglio nei luoghi più piccoli. Il gruppo di destra è ancora in pole position per vincere le prossime elezioni nazionali, che devono svolgersi entro il 2023. È probabile che i partiti abbiano anche più sindaci entro la fine dello scrutinio rispetto a prima, comprese le vittorie a Trieste e alle elezioni regionali in Calabria. A Roma, il candidato di destra Enrico Michetti è sulla buona strada per arrivare primo al primo turno, ma dovrebbe perdere al ballottaggio contro l’ex ministro delle Finanze Roberto Gualtieri.

Da 5 stelle a zero stelle

Il declino del Movimento 5 Stelle, che nel 2016 ha fatto grandi passi avanti ma il cui sostegno negli ultimi tempi è sceso a picco, è proseguito con la sconfitta del partito a Roma e Torino. In quest’ultimo, il candidato 5Stelle dovrebbe prendere solo il 10 per cento dei voti ed è stato peggio a Milano dove il movimento è in corso solo per il 3 per cento. Per il leader del partito Giuseppe Conte , ex presidente del Consiglio che ha rilevato il partito ad agosto, è stato un debutto disastroso. Conte lunedì era in modalità di limitazione dei danni, sostenendo che le modifiche che aveva implementato da quando aveva preso il potere devono ancora avere effetto. La buona notizia per i 5Stars è che hanno unito le forze con i Democratici, anche a Bologna e Napoli, il sodalizio è stato un successo. Conte e Letta hanno accolto con favore i risultati congiunti e hanno suggerito che ulteriori partnership sono possibili nel secondo turno.

Meloni in aumento

La Meloni di Fratelli d’Italia di estrema destra sembra destinata a confermare il suo posto di seria contendente alla presidenza delle prossime elezioni. Il suo partito ha eguagliato o superato la Lega rivale in tutte e quattro le più grandi città, compresa la città natale di Salvini, Milano, dove entrambi i partiti dovrebbero prendere l’11% dei voti ciascuno. A Roma il 18 per cento degli elettori ha preferito Fratelli d’Italia contro il 6 per cento della Lega. A Bologna Fratelli d’Italia ha preceduto la Lega del 13 per cento contro l’8 per cento. Sotto la guida di Meloni, il partito è passato dal 4% di sostegno nelle elezioni del 2018 al 20% nei sondaggi di oggi.

 

 

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