PRESTO UN ALTRO ASSESSORE ALLA CULTURA AL COMUNE DI SIENA.

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di Pierluigi Piccini

ATTO DI INDIRIZZO PER L’AVVIAMENTO DELLE PROCEDURE SELETTIVE PUBBLICHE VOLTE ALL’INDIVIDUAZIONE DI N. 1 SOGGETTO CUI CONFERIRE INCARICO DIRIGENZIALE A TEMPO DETERMINATO IN AMBITO AMMINISTRATIVO EX ART. 110, COMMA 2, DEL D. LGS. 267/2000. MODIFICA DEL PIANO ASSUNZIONALE 2014-2017 APPROVATO CON D.G.C. 424/2014. MODIFICA DELL’ASSETTO ORGANIZZATIVO GENERALE DELL’ENTE DI CUI ALLA D.G.C. 71/2015.
Questo è l’oggetto della delibera 261 del nove luglio 2015 che da l’avvio alla procedura per l’individuazione del direttore del Santa Maria della Scala. Prima precisazione dell’Antico Spedale , del Museo Civico e del redivivo Museo dell’Acqua. Quindi del responsabile dei musei comunali più importanti. Ma non è finita leggiamo i compiti che lo attendono:

“- curare le relazioni con gli enti preposti (prima di tutto il MIBACT e la Regione Toscana), prodigandosi nel percorso interistituzionale per il trasferimento della Pinacoteca Nazionale;

– curare il progresso dell’agibilità del complesso e accrescere l’attenzione sullo stesso da parte del pubblico specialistico;

porre in atto una strategia di “fund raising” e “crowdfunding”, coinvolgendo pubblico e privato, governandone i rapporti secondo le finalità prefissate;

– rendere sostenibile e autonomo il Santa Maria della Scala promuovendone l’inserimento nel contesto europeo e internazionale;

– individuare e proporre la forma giuridica finale;

parallelamente al perseguimento del suddetto mandato strategico, si occuperà delle specifiche produzioni culturali e della relativa programmazione, in modo coerente con l’obiettivo di piena ed efficiente fruizione del Santa Maria della Scala, nonché in modo coerente e coordinato con il Museo Civico e il Museo dell’Acqua”.

Come si può facilmente capire il prossimo dirigente del Comune di Siena dovrà svolgere delle funzioni ibride fra amministrative e quelle di politica amministrativa: un nuovo assessore con delega specifica ai musei. Non so se Vedovelli se ne è accorto visto che al momento dell’approvazione della delibera di giunta lui era assente. Fra i compiti un punto, fra i tanti, salta agli occhi che il dirigente dovrà individuare e sottoporre all’esame del consiglio, anche la forma giuridica di gestione dello Spedale. Quindi, questo significa che, sulla forma giuridica, siamo ancora in alto mare. Ricapitoliamo nel settore cultura, se questa delibera sortirà gli effetti che la Giunta si prefigge, dovremmo avere: un assessore alla cultura, un dirigente ibrido di fresca nomina a cavallo fra la politica amministrativa e l’amministrativo, il sindaco, ovviamente, gli incaricati precedenti con mandato specifico sul Santa Maria della Scala, il dirigente del settore e un’altra assessore che pur non avendo la delega alla cultura se ne occupa insieme ai Laboratori fiorentini, la presidente della commissione cultura, Petti e la Vestri. A latere di tutto ciò non dobbiamo dimenticare il lavoro commissionata alla Fondazione Mps sempre per lo Spedale (chissà se fa parte dell’iniziativa regalateci un’idea), non si trema! Ma non è finita, vi ricordate quando l’amministrazione ci diceva, per bocca del Valentini, che avremmo avuto un direttore per il Santa Maria di peso possibilmente individuato anche nel panorama internazionale. Può darsi, vedremo? Ma l’internazionale dovrebbe accettare di diventare dirigente del Comune, cosa che vedo difficile, e sottostare all’art. ex 110. Che vuol dire? Che segue le sorti del sindaco e che può starci al massimo due anni, salvo rinnovo, e che come recita la delibera è sottoposto al periodo di prova: “fatta salva la valutazione del periodo di prova prevista per il personale dirigenziale ai sensi dell’art. 186 del citato Regolamento, l’Amministrazione si riserva di procedere alle opportune verifiche in ordine alla funzionalità del dirigente preposto al termine di un anno dalla nomina dello stesso”. Fitti quelli che vengono dall’estero! E poi come avrebbe detto Ficte: chi giudica il giudicatore?

Ma non è finita, per prendere un dirigente da fuori e inserirlo nella pianta organica dell’Ente bisogna dimostrare che all’interno non ci siano persone che abbiamo i requisiti richiesti e il dirigente preposto dichiara che non c’è ne sono, sicuri? Perché se ci fossero la delibera e il bando sarebbero oggetto di contestazioni.

Insomma, tirando le fila, da questa delibera si capisce che i musei, ma in particolare il Santa Maria è in alto mare e ci resterà per ancora del tempo. Che la svolta qualitativa che ci era stata promessa con molta probabilità non ci sarà, che regna la confusione organizzativa nel settore cultura e speriamo solo in quello, che chi accetterà dei vincoli come quelli previsti dalla delibera deve essere uno/a fidato, molto fidato, che spero di essere smentito dai fatti, che, però, come diceva Gaber: anche per oggi non si vola.