118 da capire.

di Pierluigi Piccini

Venerdì pomeriggio ho accompagnato un ospite del Campansi di 95 anni al pronto soccorso. C’era il sospetto di una infezione ai polmoni. Sospetto rivelatosi infondato dopo le analisi che le sono state fatte in un lasso di tempo molto ristretto, dalle quindici alle diciotto: tutto bene! Alle diciotto la novantacinquenne ha chiesto di ritornare a “casa”, perché così considera il Campansi. Il medico di turno ha acconsentito dopo le autorizzazioni di rito. Solo allora la struttura del pronto soccorso ha potuto chiamare il 118 per avere una autoambulanza che riportasse la paziente a “casa”. Con una avvertenza, detta ai parenti, che l’autoambulanza non dipendeva, gestionalmente, dalla stessa struttura che aveva curato l’ospite del Campansi. Ebbene, l’autoambulanza, dopo diversi solleciti, dalle 18 è arrivata alle 20,55. Tre ore nelle quali la novantacinquenne ha manifestato gravi difficoltà dovute alla perdita della sicurezza in luogo che non conosceva; dalla stanchezza dovuta alla permanenza su un lettino di emergenza, fra le cose meno adatte ad un anziano; dalla preoccupazione del mancato rispetto degli orari a cui è da tempo abituata. Gli addetti al trasporto sono arrivati da Poggibonsi e si sono dimostrati subito attenti e premurosi nei confronti della dismessa. Ma, con un ma: non conoscevano dove si trovasse il Campansi e per facilitare il trasporto sono stati da me accompagnati alla casa di riposo. Passando, poi, davanti alla Pubblica Assistenza in viale Mazzini, con la coda dell’occhio, mi sono accorto che quattro o cinque autoambulanze erano ferme, posteggiate nel piazzale. Domanda, qualcuno mi può spiegare come mai, per una dismissione dal pronto soccorso di Siena, un paziente ha dovuto aspettare tre ore? Perché l’autoambulanza è arrivata da Poggibonsi con un equipaggio che non conosceva, comprensibilmente, il tragitto che dalle Scotte porta al Campansi? E come mai alcune autoambulanze della Pubblica assistenza di Siena erano ferme, quindi non attivate, nel piazzale di via Mazzini a pochi passi dall’ospedale e dalla casa di cura? Ecco! Vorrei che qualcuno ce lo spiegasse.

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