Visco anticipa quanto dirà alla commissione: la vigilanza c’è stata.

 

«Del nostro operato non esitiamo a dare conto alle Istituzioni e al Paese»: è la conclusione del discorso di Ignazio Visco, che oggi inizia il secondo sessennio alla testa della Banca d’Italia, tenuto ieri nel tradizionale convegno della Giornata del Risparmio. Chi si aspettava, dopo le vicende che hanno preceduto la quanto mai opportuna conferma del Governatore, toni alti e sassolini da togliere dalle scarpe potrebbe restare deluso. Su queste colonne avevamo previsto che l’intervento sarebbe stato una sorta di decalogo della protezione del risparmio. E, in effetti, di questo si è trattato. Solo molto in lontananza si è potuto scorgere un parlare a nuora perché suocera (la commissione di inchiesta) intenda, ma con garbo e rispetto e con una forma piana, meticolosa. Diversamente, non sarebbe stato lo stile della Casa ultracentenaria e personale di Visco. Badando al sodo, tutto ciò che si doveva dire, non per un’autodifesa della quale non vi è necessità, ma per presentare gli ingredienti di una vera, non demagogicamente blaterata, tutela del risparmio, con le possibilità, le opportunità e i limiti oggettivi, è stato puntualmente detto in forma piana: non un low-profile, bensì un fondamentale apporto alla chiarezza e alla conoscenza. Se si aggiunge il denso intervento di Guzzetti e le sintetiche considerazioni di Patuelli, si è trattato, mai come ieri, di una celebrazione sostanziale, non rituale, della Giornata del Risparmio. La tutela del risparmio richiede il contributo di una pluralità di attori, dice Visco; innanzitutto, influisce la crescita dell’economia. Vi è, dunque, il ruolo che spetta alle politiche macroeconomiche; seguono quelle volte a garantire forza al sistema bancario e finanziario; vi è, poi, il compito della Vigilanza che riduce le probabilità che si verifichino crisi bancarie, ma non può annullarle. Deve essere chiaro che la supervisione non si può sostituire agli amministratori in condizioni normali. Se questi eludono i controlli o aggirano le regole compromettono la stabilità della banca. Nei casi più gravi, quando esistono i presupposti, la Banca d’Italia segnala le anomalie all’autorità giudiziaria. Le procedure di gestione della crisi hanno incontrato ostacoli e subito ritardi per le innovazioni regolamentari e la pluralità di autorità e istituzioni coinvolte. Occorrerà porre rimedio a tali ritardi. Il cambiamento è stato brusco e non si è voluta evitare, a livello europeo, un’applicazione retroattiva delle nuove regole. Fondamentale, ma non affatto esaustiva o, peggio ancora, una attenuante dei doveri che incombono ai diversi soggetti coinvolti è poi l’educazione finanziaria – di cui hanno parlato pure Guzzetti, menzionando l’impegno di Ghisolfi, e Antonio Patuelli – per contribuire a evitare un’inconsapevole assunzione di rischi da parte del risparmiatore. È importante che il risparmiatore accresca la capacità di vagliare le informazioni in suo possesso. Un altro dei fattori che concorre alla tutela del risparmio è un efficace raccordo, in Italia soprattutto, tra le distinte autorità coinvolte per minimizzare sovrapposizioni ed evitare vuoti di tutela. Nuovi rischi richiedono forme nuove di tutela, mirate alla protezione delle diverse possibilità di investimento. È cruciale, per il risparmiatore, diversificare gli impieghi. Poiché la stabilità finanziaria è una condizione necessaria per la difesa del risparmio e del risparmiatore è fondamentale la sana e prudente gestione degli istituti. L’azione volta a innalzare quantità e qualità del capitale, la definizione di limiti alla leva finanziaria, l’introduzione di requisiti di liquidità e di vincoli alla trasformazione delle scadenze mirano, tutti, a tutelare e rafforzare la stabilità aziendale e sistemica. In questo quadro Visco afferma che è necessario proseguire il rafforzamento dei bilanci delle banche e agire con determinazione per le ristrutturazioni necessarie e per le possibili aggregazioni con lo scopo prioritario di recuperare redditività e fare fronte alle sfide della concorrenza. Le nuove norme della Vigilanza unica sui crediti deteriorati sono condivisibili, dice Visco, ma l’introduzione deve essere graduale e ben calibrata. Una parte dell’intervento è dedicata, infine, a quel che la Banca ha fatto nel campo dei servizi e dei prodotti bancari e alla risoluzione delle controversie tra banche e clienti. La ripresa in atto dell’economia e del credito è favorevole anche per innovazioni nel campo bancario. Visco, comunque, assicura che sui comportamenti delle singole banche la supervisioni è ferma e intensa. Insomma, una posizione solida, determinata di un Istituto che è pronto a tutti i chiarimenti, a tutte le spiegazioni e a ogni forma aggiuntiva di accountability sicuro di avere correttamente operato. Un orgoglio istituzionale che non è fine a se stesso perché poi una larga parte del discorso proiettato sulla risposta al «che fare». Si può aggiungere qui che, se anche nell’azione della Vigilanza emergessero alcuni errori o ritardi, ciò non vulnererebbe l’integrità e il prestigio istituzionali e personali, proprio perché compiere errori limitati di valutazione a fronte di una condotta complessiva apprezzabile e corretta, nel corso di una crisi che è la peggiore dall’unità d’Italia, ma salvaguardare il sistema e i singoli istituti facendo tutto il possibile per non danneggiare i risparmiatori, non può indurre a sostenere di non aver ben meritato del Paese. Sarà comunque essenziale riflettere su ciò che non è andato come avrebbe potuto.
MF.
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