Un altro ritocco al regolamento Unesco per fermare il trucchetto delle licenze.

Il caso di una nuova caffetteria in Oltrarno fa scoprire la falla. Martedì la modifica in giunta

Antonio Passanese

 

Addio Yankee Candle: lì dove c’era un negozio di candele a breve aprirà una caffetteria. L’ennesima in Oltrarno. È in piazza Frescobaldi, accanto a un antiquario e alla farmacia, di fronte a una gelateria e a pochi passi da un altro bar. Il bandone è ancora abbassato ma è solo una questione di giorni, giusto il tempo degli ultimi ritocchi. Il titolare della caffetteria ha deciso di spostare la sua attività da piazza del Mercato Centrale (dove vendeva kebab) al quartiere più cool del mondo, da molti definito «il rione mangiatoia».

Un trasferimento che lascia perplessi perché nei locali che occupava a San Lorenzo oggi non c’è una merceria, un artigiano, una libreria o un pellettiere, bensì un altro ristorante la cui licenza è intestata allo stesso proprietario della caffetteria. Ma il Comune non aveva messo il blocco all’apertura di altri negozi che somministrano cibo? Sì, ma c’è chi ha trovato l’escamotage: e così Palazzo Vecchio ha deciso di intervenire (d’intesa con la Regione Toscana) per dare una stretta. Come? Riformulando l’articolo 4 del Regolamento per la tutela del centro storico così da colpire il business delle licenze e intervenire sulla destinazione d’uso dei fondi commerciali. Che tradotto significa: «Le licenze dormienti, cioè quelle valide ma al momento inutilizzate, se non riattivate entro i termini di legge, saranno definitivamente congelate — ragiona Cecilia Del Re — mentre se un’attività alimentare decidesse di trasferirsi da una strada all’altra del centro, nei locali che occupava in precedenza non ci potrà più essere né un ristorante, né un bar, né altri locali che vendono cibo, altrimenti il Comune boccerà la richiesta».

La stretta di Palazzo Vecchio sarà valida per tre anni ed entrerà in vigore dal prossimo ottobre, subito dopo il passaggio e la votazione in Consiglio comunale. La modifica al regolamento arriverà in giunta martedì prossimo e porta la firma dell’assessore allo Sviluppo economico Cecilia Del Re: «Sono stati i nostri uffici ad evidenziare il problema e a chiederci un intervento dopo aver individuato alcuni casi». Insomma, tutto gira attorno alla destinazione d’uso che avrebbe permesso a qualche imprenditore di acquistare una serie di licenze per la somministrazione di cibo e alcol così da aggirare le regole. «E infatti ci siamo resi conto — spiega Del Re — che senza un intervento sulla destinazione d’uso il saldo tra le attività alimentari trasferite e quelle nuove poteva non essere zero». Furbetti a parte, c’è da dire che da quando la giunta Nardella ha varato il regolamento per la tutela del centro storico Unesco si sono registrate 55 nuove attività artigianali che vanno dall’arredo alle pulizie, dalla moda all’edilizia, dal manifatturiero ai servizi, al benessere e all’artistico. «Aumentano quindi le aperture di attività artigianali nel centro storico — dice l’assessore — nei primi 6 mesi del 2018, nel solo quartiere 1 hanno aperto tanti nuovi negozi che con il food non hanno nulla a che fare. Un trend positivo come quello registrato nel 2017 con 77 nuove attività». Ristoranti e bar, invece, abbandonata, per ora, l’idea di sbarcare in centro stanno prendendo d’assalto i locali dei lungarni e dei viali: «Nei primi 6 mesi del 2018 fuori area Unesco hanno aperto 39 nuovi esercizi tra bar e ristoranti a fronte delle quarantatré nuove aperture del 2017».

 

Venerdì 21 Settembre 2018-Corriere Fiorentino, https://corrierefiorentino.corriere.it/