di Pierluigi Piccini
Proviamo a vedere cosa c’è dietro a due notizie che hanno interessato i giornali in questi giorni: la prima è relativa alle dichiarazioni di Francesco Michelotti su De Mossi; la seconda sulla Multiutility regionale, con l’apertura del sindaco di Siena nei confronti di Firenze e del sindaco Nardella.
Ai più è sembrato strano che, nel momento in cui la Meloni, dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, ha preso le distanze al resto del centrodestra, a livello locale il responsabile di Fratelli d’Italia abbia fatto un endorsement senza se e senza ma nei confronti dell’avvocato De Mossi. Perché mai? La risposta va cercata nelle dinamiche locali e negli appuntamenti che da qui a poco interesseranno l’Amministrazione comunale, insieme a quelli di livello regionale. Si vota a Pistoia, e la coalizione di centrodestra deve avere minori fibrillazioni possibili in questa fase. Lo schieramento che attualmente governa (Tomasi multiutilitarista convinto) quella città punta, come comprensibile, alla riconferma. Quindi, pax anche ad Arezzo? Qui invece il centrodestra litiga, ma si tratta di una questione peculiare, relativa ad Estra, mentre i risvolti politici restano in seconda battuta. Insomma, la situazione ha il sapore del contingente, e non dello strategico.
Quanto alla Multiutility, l’uscita di De Mossi che apre a al sindaco di Firenze, stupisce il Pd a Siena e fa arrabbiare alcuni esponenti del centrodestra regionali contrari all’operazione targata Giani, portata avanti dal centrosinistra regionale. Un modo da parte del sindaco di Siena di presentarsi come civico? Sembra proprio di no: da tempo siamo abituati a questa ambiguità fra i partiti e un presunto civismo, Salvini permettendo. Strana uscita, anche perché non ci sono numeri sui quali discutere. Tutto, per l’ennesima volta, si gioca sul piano politico, senza comprendere quali sono gli effettivi vantaggi per gli abitanti della provincia di Siena. Ancora più strana, se pensiamo che la città di Siena, senza i comuni della provincia non conta quasi nulla. Comunque, la partita è in mano, ancora una volta, alla Val d’Elsa e in particolar modo al sindaco di Poggibonsi. Allora solo immagine? Forse, ma sullo sfondo della discussione in corso c’è la nomina del presidente della Fondazione Mps. Sarà vero? Da quanto è dato sapere un accordo è stato trovato, se ne parla ai quattro venti e Carlo Rossi non dovrebbe avere grandi problemi; così come sembra che ci sia un accordo generale, con tempi diversi, che potrebbe trovare una soddisfazione generale. Dunque, il gioco in Fondazione si fa, stante la situazione, con il centrosinistra coniugato in fiorentino per diversi motivi, la destra è fuori gioco. E quindi…
(7~continua)