Tiziana Ciprini (M5S): “Sull’ipotesi di patto civico col Pd Di Maio ha scavalcato i territori”

La deputata grillina alla seconda legislatura: «Anche il voto su Rousseau ormai è diventato il luogo in cui si ratificano decisioni già prese».

ROMA. Tiziana Ciprini, deputata grillina alla seconda legislatura, assicura di non essere tra quei portavoce umbri che in questi giorni stanno minacciando di lasciare il Movimento 5 stelle, in protesta contro Luigi Di Maio e il suo accordo con il Pd per le Regionali. «Le minacce di dimissioni erano delle esagerazioni goliardiche in una chat interna – sottolinea lei -, nessuno se ne sta andando».

Chiamiamola anche una provocazione. Lo scontento, però, sembra reale.
«C’è un malcontento forte e diffuso, sì. Perché questa ipotesi di patto civico con il Pd  è stata imposta da Di Maio scavalcando i territori. Siamo contrari a questo metodo, di chi si chiude in una stanza e sceglie i candidati. Il Movimento è nato per far partecipare tutti, non per far appassionare al totonomi qualche leader di partito. È  un progetto che parte rovesciato».

C’è il sito web Rousseu su cui votare l’asse con il Pd. Non basta?

«Il voto su Rousseau ormai è diventato il luogo in cui si ratificano decisioni già prese».
Voterà contro l’accordo con il Pd?

«Sono tentata. Non ho ancora maturato una convinzione definitiva. Il mio scetticismo è forte: non vedo sbocchi positivi per i territori e le comunità. E poi vorrei ancora vedere il programma: un tempo partivamo da lì. Adesso invece…».
La colpa è solo del metodo usato da Di Maio? O il problema è anche il Pd?

«Questo accordo è certamente viziato dalla contingenza con la nascita di questo governo. Ma avremmo potuto proporre una rosa di nomi civici e confrontarci, anche se riservatamente. Invece siamo stati tenuti all’oscuro di tutto».

Insomma, soprattutto colpa di Di Maio.
«Il concetto è semplice: se non hai fiducia nel tuo territorio, poi diventa difficile farlo crescere. Se avochi tutto a te, con la scusa della delicatezza della trattativa, poi non si matura mai. Se tu non ti fidi di me, perché io mi dovrei fidare di te?».

 

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