Ciclismo, è il giorno della grande classica delle terre di Siena: al via con Nibali
tanti campioni Il meteo dà diluvio
Aldo Tani
SIENA Una corsa sempre più da duri. Non bastavano i tremendi sterrati o le ascese con pendenze da brivido: a innalzare il livello di difficoltà della dodicesima edizione delle «Strade Bianche», stavolta ci saranno le condizioni metereologiche a dir poco avverse. Il bollettino meteo infatti parla di pioggia battente per tutta la gara e lungo tutto il percorso (175 chilometri attraverso buona parte del territorio senese) e temperature tra i 4 e 7°. Un gioco al massacro in pratica, che rende addirittura riduttivo il titolo di «classica del nord più a sud d’Europa».
Non a caso, alla vigilia, mentre Piazza del Campo, sede dell’arrivo, era colpita dall’incessante perturbazione, l’attenzione dei ciclisti era rivolta al cielo. In un mix di tono di sfida e preoccupazione, perché per dirla come il detentore Michał Kwiatkowski, «con queste condizioni sarà dura ed impossibile prevedere come andrà a finire». Il ciclista polacco da queste parti non è l’ultimo dei corridori. Se è dura per lui, che all’ombra della Torre del Mangia ha già trionfato due volte, significa che i 147 protagonisti al via hanno di fronte una montagna da scalare. Il primo ad arrivare in cima vorrebbe proprio essere l’ex campione del Mondo, perché con il terzo sigillo, legherebbe per sempre il suo nome a un tratto di sterrato lungo il tracciato. Affiancandosi così a Fabian Cancellara, l’unico a esserci riuscito finora e senza dubbio il campione più amato in terra senese.
Già gli sterrati: i passaggi che danno il nome alla corsa e la caratterizzano. In questa edizione saranno undici le frazioni «bianche», per una lunga complessiva di 63 chilometri: poco meno di un terzo del percorso. I ciclisti affronteranno il primo dopo quasi 18 chilometri. La gara proseguirà poi verso Montalcino e quindi ripartirà verso Siena. Il quinto tratto di sterrato, posizionato a Lucignano, sarà il più lungo (quindi 12 chilometri), ma per sentire l’acido lattico in circolo si dovrà attendere l’ottavo, quello di Monte Santa Marie: intitolato a Cancellara.
La corsa però si deciderà più avanti, con gli ultimi strappi finali a fare la differenza: prima le Tolfe e poi la salita di Santa Caterina, dove le pendenza arrivano al 16% e dove il fango appesantirà gambe e pedali. In questo punto non sarebbe una sorpresa vedere Peter Sagan tentare il colpaccio, come lui stesso ha ammesso: «La strategia si deciderà domani. Magari si potrebbe provare a partire più tardi». Il campione slovacco a Siena non ha ancora lasciato il segno, limitandosi a due secondi posti. Altri protagonisti annunciati sono Greg Van Avermaet, Philippe Gilbert (vincitore nel 2011) e Moreno Moser (primo nel 2013 e unico italiano nell’albo d’oro). Al via ci saranno anche il cecinese Diego Ulissi e Vincenzo Nibali, ma a destare grande curiosità è la partecipazione del belga Wout Van Aert, tre volte iridato nel ciclocross. «Domani (oggi, ndr) ci saranno circostanze speciali. Spero di far bene, ma se vincessi sarebbe davvero strano». Non ci sarebbe invece da stupirsi se quel traguardo lo tagliasse davanti a tutte Elisa Longo Borghini, campionessa uscente della gara femminile. A separarla dal secondo successo ci saranno 136 chilometri di tracciato (31,4 quelli di strade bianche) e 143 avversarie decise a superarla.