Si è vero, siamo surreali.

 

di Pierluigi Piccini

Ceccuzzi, in un recente convegno, ha definito l’apparentamento del Pd senese con la lista civica Per Siena come surreale. Critica che a me, personalmente, fa molto piacere, perché rende le vicende politiche senesi più chiare. Che sia lui a farle mi fa ancora più piacere, perché dimostra nei fatti che il progetto che avevamo messo in piedi era giusto: liberare la città da alcuni personaggi che erano e sono responsabili della crisi di Siena. Alcuni segnali li avevamo già avuti scrutinando le schede elettorali del primo turno, i due candidati che fanno riferimento a Ceccuzzi, in diverse sezioni, facevano coppia con De Mossi e non con Valentini; ciò che è successo al secondo turno è sotto gli occhi di tutti.

Ma cosa significa surreale? Vediamo come lo descrive il vocabolario Treccani: surreale agg. [comp. di sur- e reale, sul modello del fr. surréel], che supera, che oltrepassa la dimensione della realtà sensibile; che esprime o evoca il mondo dell’inconscio, della vita interiore, del sogno. Sì un sogno! Fare diventare la politica a Siena un fatto normale e il tipo del mio impegno, di quello dei candidati, dei programmi della lista civica Per Siena, per un nuovo futuro, stanno lì a dimostrarlo. Obiettivo che, personalmente, mi occupa da così tanti anni che in alcuni casi viene frainteso, ma che ha un tratto continuo nel tempo: gli stessi avversari. Avversari con colori e maglie diverse, ma sempre gli stessi. Persone che non hanno nulla a che vedere con i partiti e con i movimenti, ma entrambi vengono usati all’occorrenza, le elezioni amministrative di quest’anno ne sono un esempio. Vediamo chi sono: nel 2010 fu costituita una associazione “culturale” dal nome Per Siena, nulla a che vedere con la nostra lista civica del 2018. Quella associazione fu voluta da Antonio Degortes con la benedizione del presidente Giuseppe Mussari e del segretario del Pd Franco Ceccuzzi, riconoscimento che però non portò mai i due a una iscrizione formale. Dell’associazione facevano parte, soprattutto nei fondatori e negli attivisti, una serie di nomi che nelle recenti amministrative sono passati armi e bagagli a sostenere l’avvocato De Mossi. Ma lo scopo per cui era nata consisteva nel preparare e sostenere la candidatura di Ceccuzzi a Sindaco, prima nel 2011 e poi, dopo il commissariamento della città, a quelle del 2013. Quest’ultima ipotesi non si è verificata per la mancata presenza di Ceccuzzi, ritiratosi dopo i fatti di Salerno. Ritiro che spalancò il successo di Valentini. Se le cose fossero andate diversamente Degortes insieme ai suoi iscritti avrebbero coronato un desiderio del primo Mussari, quello di riconfermare nel 2013 Ceccuzzi alla guida della Città. Anche se c’è da dire che i rapporti fra i due fossero seriamente peggiorati, così sembra, dopo le prese di distanza dell’ex sindaco Ceccuzzi dallo stesso Mussari (ANSA 22-1-2013). Come dicevo precedentemente nelle attuali elezioni De Mossi ha potuto contare sull’appoggio e la collaborazione dei membri dell’associazione nata nel 2010. E a poco valgono le affermazioni che la giunta attuale sia formata da persone nuove, i centri decisionali sono estranei a questo livello amministrativo di cui l’avvocato è soltanto un accessorio, così come per certi aspetti è lo stesso Valentini.

Quindi tutto torna: i benedetti da Mussari e Ceccuzzi stanno con De Mossi e Ceccuzzi ci attacca, il quadro è ricomposto. Siena deve rimanere sotto tutela, ma perché? Vi siete posti la domanda di come mai alcuni temi sono spariti, già dai tempi della campagna elettorale, dall’agenda politica cittadina? Forse rispondendo a questa questione si possono trovare alcune verità. Siena non può essere ancora una città normale, ha gestito troppe cose in un recente passato.

Sì, sono surreale!