Collezioni ispirate al desiderio di aria aperta e pace
CAROLE HALLAC
Anche la collezione di Veronica Beard, dai colori tenui e la silhouette rilassata ma femminile, trasmette spensieratezza. Le modelle che attraversano un campo indossando freschi abiti floreali, romantiche camicette bianche ricamate e morbidi completi di lino che celebrano il rinascita della primavera. «L’ispirazione viene dall’introspezione e dal trovare pace e libertà all’aperto» spiegano Veronica e Veronica, la sue designers e cognate che hanno lanciato il brand celebre per la sua Dickey Jacket, una versione di blazer accorciato. «La collezione è per tutti i giorni della settimana, per chi lavora da casa e chi ha voglia di vagabondare, con la speranza di giorni migliori». Un ottimismo per il futuro che ha spinto le stiliste ad aprire una nuova boutique a Washington proprio la scorsa settimana. «Crediamo fortemente nel retail e nella necessità di essere in contatto diretto con le nostre clienti», spiegano. «Facciamo quello che possiamo per fornire il prodotto e il servizio che si aspettano, sia con lo staff del negozio che con appuntamenti di styling virtuali o in-store con strette pratiche di sicurezza». Il contatto con buyers e giornalisti, la frenesia e l’energia degli eventi delle presentazioni dal vivo mancano, ma secondo le stiliste, questo format più rilassato permette al settore di rinnovarsi e ai designers di mantenere la loro creatività e di trovare nuovi modi di mostrare la loro collezione e connettere con i clienti.
Sulla loro fedeltà al calendario della fashion week di New York, non hanno esitazioni: «Amiamo cosi tanto New York e il nostro settore, dobbiamo essere uniti più che mai e non arrenderci».
Nonostante un anno particolarmente duro per la città, colpita duramente dalla pandemia, con un incremento di criminalità e gravi conseguente economiche, la solidarietà e la resilienza per New York è palpabile. Il recente anniversario dell’undici settembre ha ricordato a molti la capacità di rinascere e riscattarsi. Diversi stilisti scelgono quindi luoghi della città per la loro passerella, come Ulla Johnson che sfila al Four Freedoms Park in Roosevelt Island, un luogo ricco di simbolismo dove sfilano i suoi abiti ultra elaborate con balze, ricami e stampe fiorite in contrasto con i grattacieli di Manhattan. La pandemia non ha frenato lo spirito creativo della stilista nativa della città, nota per i suoi look maximalist, che debutta anche una nuova linea di borse Made in Italy con dettagli in pelle macramé e ottone lavorato a mano.
Nella seconda giornata della fashion week infine, sono stati annunciati a sorpresa i vincitori dei CFDA Awards, considerati gli oscar della moda, tra cui Pier Paolo Piccioli, il Direttore creativo di Valentino, che si aggiudica il premio come Miglior Stilista da Donna Internazionale dell’Anno. La premiazione doveva aver luogo in giugno con il gala annuale, ma è stata posticipata a causa del Covid. I vincitori sono stati invece annunciati da Tom Ford, Presidente del CFDA, in un video sulla piattaforma digitale Runway360, lanciata in concomitanza con la Fashion Week di New York per dare accesso alle collezioni agli addetti ai lavori. Tra gli altri vincitori, Gabriela Hearst Miglior Stilista per le collezioni donna, Kerby Jean-Raymond di Pyer Moss, Miglior Stilista per le collezioni uomo, Telfar Clemens per Miglior Stilista di accessori, e Christopher John Rogers come Miglior Stilista Emergente. L’altro premio internazionale è stato invece consegnato a Kim Jones per le sue collezioni uomo da Dior.