ROMA – Si parla di aumento vertiginoso delle bollette di gas e luce in Italia e subito il pensiero vola al passato recente, con le immagini delle città francesi messe a ferro e fuoco dai cittadini inferociti proprio per l’aumento del prezzo dell’energia e dei carburanti. Un fenomeno durato a lungo che non solo ha messo a dura prova le forze dell’ordine ma ha messo sul banco degli accusati la politica con in testa il presidente Macron. Anche da noi è scattato l’allarme rosso, tutti i partiti della maggioranza sono in fibrillazione perché tra pochi giorni ci sarà una importante tornata elettorale e si teme di essere additati come responsabili, tranne Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che sta all’opposizione e aspetta di incassare.
Di chi è la colpa? Il povero ministro Cingolani, che ha dato la notizia del possibile aumento fino al 40% delle future bollette, ha spiegato che questo è il prezzo da pagare per la cosiddetta transizione ecologica, per il passaggio dal fossile a fonti di energia rinnovabile. Dal mondo delle imprese, che stanno rivedendo solo oggi la luce dopo il buio dell’epidemia, è una doccia fredda, perché in un momento ancora difficile tutti i prezzi, anche al consumo, gioco forza aumenteranno. Il rischio è che il forte malcontento si trasformi in protesta violenta.
Il quadro, fatti i conti, è davvero duro: “Per effetto dell’aumento delle tariffe la spesa annuale in bollette di luce e gas delle famiglie italiane potrebbe arrivare a 1820 euro con un impatto sui conti delle famiglie ma anche sui costi delle imprese rendendo più onerosa la produzione in un momento difficile per il Paese” ha spiegato Coldiretti, ricordando che “la spesa media annuale per energia elettrica e gas e altri combustibili delle famiglie italiane è stata infatti pari a 1320 euro nel 2020”.
Anche in Europa cresce la preoccupazione: “La cosa che non possiamo permetterci è che la questione sociale finisca per contrapporsi a quella climatica. La vedo molto chiaramente questa minaccia ora che discutiamo dei rincari dei prezzi dell’energia” ha detto il Commissario Frans Timmermans alla plenaria del Parlamento europeo. La grande paura che serpeggia nei palazzi europei è che i governi nazionali rallentino il ritmo della riconversione dell’economia in senso sostenibile per evitare di perdere consenso sull’altare degli aumenti in bolletta. Il Commissario è comunque fiducioso, c’è tempo per assicurare “un’equa condivisione degli oneri tra le regioni. Credo che possiamo ancora sistemare le cose e impedire che la crisi climatica finisca fuori controllo” ha sottolineato.
In Italia le forze politiche corrono al riparo chiedendo misure urgenti del Governo: “L’aumento delle bollette per le forniture di elettricità e gas previsto nelle prossime settimane rischia di diventare una drammatica stangata per i bilanci delle famiglie e delle imprese. E’ stato calcolato che il “rincaro record” peserebbe per circa 500 euro in più sulle bollette rispetto all’ultimo trimestre dove già erano stati inseriti precedenti incrementi. Una situazione con così allarmanti ricadute sociali non può essere affidata esclusivamente a logiche di mercato e per questo abbiamo chiesto, con un’interrogazione urgente al ministro della Transizione ecologica Cingolani l’intervento del governo allo scopo di contenere o mitigare questi aumenti, in un momento così delicato del Paese” ha detto Debora Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera.
Da parte della Lega si sottolinea che “quel conto salato e temuto, insomma, la transizione ecologica ce lo sta già sbattendo sui denti” ha detto il senatore Paolo Arrigoni, responsabile del dipartimento Energia della Lega. “A dispetto dei molti che lo vorrebbero levare di torno- ha proseguito il leghista-, il gas naturale conferma quindi sia il proprio ruolo strategico nel mondo, sia quello di accompagnamento alla transizione energetica… il Governo sta cercando di intervenire con ogni sforzo pur di calmierare gli aumenti, ma occorrono tante risorse che sarà difficile reperire”.