«Niente assessore, iniziative estemporanee e istituzioni dimenticate»
IL SINDACO intende «riportare Siena a essere definita una delle capitali culturali mondiali o farla permanere ad essere un non-luogo, annullando l’immagine del suo immenso patrimonio citato a favore di iniziative da paese di provincia, da anonimo luogo di villeggiatura? Le iniziative alle quali stiamo assistendo adesso e nel recente passato, dimostrano la subalternità della cultura al turismo di bassa qualità». È il primo quesito che i consiglieri comunali del Gruppo Per Siena Pierluigi Piccini, Vanni Griccioli e Massimo Mazzini sottopongono polemicamente al sindaco De Mossi sul tema della cultura. L’interrogazione parte dal nutrito elenco di «medaglie culturali» di cui si fregia la città. «Premesso che Siena – scrivono Piccini e gli altri – è una città inserita nel Patrimonio mondiale dell’Unesco; è sede di una delle Università più antiche e prestigiose, ha una Università per Stranieri affermata; vanta istituzioni legate alla ricerca, alla formazione, alle nuove tecnologie di assoluto prestigio; ha delle biblioteche e un patrimonio di immagini, opere d’arte, ha una tradizione legata alla produzione culturale delle Accademie umanistiche e scientifiche, ha una Pinacoteca di assoluto prestigio, una storia spirituale notevolissima e possiede musei straordinari, a partire da quelli legati al Palazzo Pubblico e alla Cattedrale; ha una tradizione teatrale e una tradizione musicale rilevantissime, ospita Siena Jazz e Accademia Musicale Chigiana, istituzioni di pregio mondiale». NON FINISCE qui. I consiglieri aggiungono anche le Città del Vino e dell’Olio, la storia di 70 anni dell’Enoteca Italica, quella decennale delle Papesse. E poi ricordano che Siena «dispone di un immenso contenitore culturale, qual è il Santa Maria della Scala; di un tessuto urbano ricco di palazzi, giardini, opere d’arte; di diciassette musei di contrada; di chiese, palazzi, spazi recuperabili per iniziative culturali». Insomma, un patrimonio sterminato di arte e cultura. Eppure, secondo il gruppo coordinato da Piccini, l’amministrazione comunale «continua a ignorare le istituzioni musicali senesi, creando eventi estemporanei, invece di coltivare la nostra ricca e variegata tradizione musicale, che va dal Medioevo al contemporaneo. E organizza iniziative raccogliendo sollecitazioni esterne casuali, invece di progettare una strategia, di più lungo respiro, coinvolgendo, ad esempio, istituzioni come la scuola Franci, l’Accademia Musicale Chigiana, Siena Jazz, oppure le scuole teatrali e di danza». LA DOMANDA più speficifa riguarda l’assessorato. «È definitiva la volontà del sindaco di non ricoprire la cultura e le attività produttive con un assessore specifico? L’Amministrazione comunale intende tollerare ulteriormente la problematica gestione della Pinacoteca, la chiusura dell’Ente Vini – Enoteca Italiana, l’immobilismo del Santa Maria della Scala? E infine, vuole coinvolgere nell’elaborazione culturale le Accademie, le biblioteche, le Università, e tutte le istituzioni culturali? E, insieme ad esse, investire nella cultura come motore economico di sviluppo, iniziando a trasformare gli spazi vuoti della città o quelli già attivi, in contenitori per corsi, laboratori, scuole di specializzazione, attività culturali, spettacoli?» La conclusione è inevitabile: Piccini, Griccioli e Mazzini chiedono al sindaco quali siano le iniziative concrete e i progetti per una politica culturale all’altezza di una città capitale nel mondo grazie al suo patrimonio.