Rete unica, avanti tutta accordo entro marzo 2021
Via libera dai cda di Tim e Cdp alla nuova società che porterà il collegamento in fibra nelle case di tutti gli italiani Renderà possibile digitalizzare la pubblica amministrazione, migliorare i servizi sanitari, far crescere l’istruzione
di Sara Bennewitz

L’accordo è stato raggiunto all’unanimità, e ciò significa che è stato condiviso sia dagli esponenti della francese Vivendi (primo socio Tim con il 24%) sia dagli altri consiglieri in rappresentanza del mercato e della stessa Cdp (che di Tim ha il 9,9%). L’intesa firmata ieri prevede che Telecom manterrà il controllo del capitale (50,1%) della nuova rete, ma non della gestione dell’azienda (avrà la metà dei consiglieri meno uno). Tim si impegna quindi a separare subito la sua rete di accesso in una società a parte detta FiberCop che sarà aperta a tutti gli operatori, da Fastweb (che attraverso il conferimento di Flash Fiber ne acquista il 4,5%) a Tiscali, che studierà come investire al fianco di Tim per sostituire il rame con la fibra. I capitali veri (fino a 1,8 miliardi) arrivano però dal fondo Usa Kkr, che in un secondo momento è disponibile a investire ancora perché dentro FiberCop sarà confluito anche l’altro pezzo della rete Tim, quello che dalle centrali arriva all’armadietto e si collega ai nodi, risalendo tutte le dorsali d’Italia. Cdp, che è socio sia di Tim sia di Open Fiber (50%) farà da garante affinché l’integrazione vada in porto, in modo che la rete raggiunga tutti gli italiani e che tutti gli utilizzatori ricevano le stesse condizioni. Una rete moderna rende possibile digitalizzare la pubblica amministrazione, migliorare i servizi sanitari e la telemedicina, aprire l’istruzione a tutti con l’e-learning, ma permette anche alle aziende di ridurre i costi e rilanciare i ricavi. Per questo la Cdp sarà l’ago della bilancia, anche nella seconda fase, quella più delicata, che è attesa entro il marzo 2021, quando le due rete rivali, di Tim e Open Fiber, dovranno fondersi diventando una cosa sola. Per raggiungere l’obbiettivo la Cassa è pronta a prendere la maggioranza di Open Fiber (esercitando la prelazione sulla quota di Enel, l’altro socio di controllo) e sta negoziando un’opzione con Kkr fino alla metà del suo 37,5% di FiberCop. Nel caso in cui le autorità dessero il via libera al matrimonio tra la rete di Tim e quella della sua prima rivale, Cdp potrebbe entrare nel capitale di FiberCop dimezzando il peso di Kkr, assicurandosi di avere una quota determinante del gruppo che nascerà dall’integrazione.