ALBERTO D’ARGENIO
Intervista di
«Il populismo ci preoccupa molto». Potenzialmente può distruggere l’Europa, per questo l’Italia non dovrebbe bloccare il bilancio Ue, anche perché si farebbe un danno da sola.
Guenther Oettinger, commissario europeo al Bilancio, è in partenza per Cernobbio, dove oggi interverrà al Forum Ambrosetti.
La sua missione è spiegare alla platea, e soprattutto ai membri del governo che saranno in riva al lago di Como, il valore aggiunto dell’Europa. Sessantaquattro anni, uomo della Cdu e del Partito popolare europeo, appassionato di sci e tifosissimo dello Stoccarda, Oettinger viene spesso descritto come l’uomo di Angela Merkel a Bruxelles: la Lega — predice — non entrerà nel Ppe, ma non esclude un’alleanza dopo le elezioni di maggio tra i sovranisti europei di Salvini e i popolari della Cancelliera per governare l’Unione nei prossimi 5 anni.
Infine ricorda che il debito italiano deve calare per proteggere l’eurozona «dalla prossima crisi economica, che nessuno sa quando e perché arriverà».
Commissario, nei giorni scorsi ha detto che l’Italia può distruggere l’Europa: conferma?
«Si, certo, l’Italia è uno dei Paesi fondatori dell’Unione ed anche uno dei suoi maggiori partner. Per questo la sua partecipazione all’Europa è molto importante. Se invece chi sta al governo immagina di bloccare l’approvazione del bilancio, il nostro spazio di azione politica diminuirebbe molto mettendo a rischio il progetto Ue. Per questo a Cernobbio spiegherò il valore aggiunto per l’Italia delle politiche europee e del bilancio Ue per gli anni 2021-2027».
Dopo tre mesi di governo è più preoccupato dai Cinquestelle o dalla Lega?
«Lavoriamo con tutti i governi in modo costruttivo e intendiamo farlo anche con quello italiano, senza pregiudizi».
Macron ha accusato i populisti di fare demagogia ricordando che il governo italiano ha incolpato la Ue per il crollo del ponte Morandi. È d’accordo?
«Per fortuna questa falsa accusa è stata pronunciata a caldo e poi non è stata più ripetuta. In effetti quello del populismo non è solo un tema solo italiano, ma globale ed è un fenomeno che ci preoccupa molto.
Anche per questa ragione sosteniamo la direttiva sul copyright che sarà votata la prossima settimana all’Europarlamento: aiuterà il lavoro dei giornalisti, il pluralismo e di conseguenza la tenuta democratica grazie a elettori più informati».
Sono diversi i temi europei sui quali si assiste a una costante manipolazione, come quello del bilancio Ue: il governo ha minacciato di bloccare quello del prossimo anno se non avrà soddisfazione sui migranti sfidando così l’Europa. Ma avrebbe gli strumenti per farlo?
«No, il budget annuale viene approvato a maggioranza, non all’unanimità. Ma naturalmente preferiremmo un testo gradito a tutte le capitali».
Roma invece avrebbe i mezzi per bloccare il bilancio 2021-2027: non si danneggerebbe da sola?
«A quel punto si applicherebbe il bilancio 2020 che però penalizzerebbe il vostro Paese rispetto al nuovo quadro finanziario che darà più risorse per i migranti, più fondi di coesione per le regioni del Mezzogiorno e ad altri capitoli di spesa importanti per l’Italia come formazione, Piccole e medie imprese e collegamenti tra Nord e Sud Europa. Questo è uno dei messaggi che porterò a Cernobbio e a Di Maio, Savona e Moavero giovedì prossimo a Roma».
Anche il dibattito sui conti appare fuorviante: Salvini e Di Maio minacciano di sfondare il 3%, poi rassicurano che resteranno lievemente sotto quando invece le regole Ue prevedono un risanamento annuo per arrivare al pareggio di bilancio. Non teme che questa retorica punti a scaricare sull’Europa la mancata realizzazione delle promesse elettorali?
«Il 3% non è un punto d’arrivo, ma un tetto massimo da non superare.
L’obiettivo è invece che gli Stati arrivino a un deficit prossimo allo zero per far scendere il debito e per questo ogni anno devono tagliare il deficit strutturale. Il debito della zona euro è del 90%, quello italiano è oltre il 130% mentre l’obiettivo Ue è il 60%. Quindi tagliare il debito non ha nulla a che fare con l’austerità, ma con l’interesse dell’Unione e della stessa Italia».
] Teme una reazione dei mercati se l’Italia non farà il risanamento strutturale richiesto pur rimanendo sotto il 3%?
«Nessuno sa quando e perché arriverà la prossima crisi, ma conosciamo le tensioni tra Usa e Cina, i rapporti attuali tra l’America di Trump e l’Europa e il fatto che le banche europee hanno molti titoli turchi. C’è nervosismo, ragion per cui l’eurozona deve ancorarsi a una stabilità che si raggiunge solo se tutti i suoi partner riducono i debiti».
Sui migranti il dibattito impostato dal governo sembra dimenticare che da gennaio gli sbarchi sono scesi dell’80% mentre i vicepremier parlano di crisi incolpandone l’Europa.
«È giusto dire che ogni rifugiato che arriva è responsabilità europea, non italiana o greca, ma poi ci sono il diritto internazionale, la Convenzione di Ginevra e i valori del Trattato di Lisbona. Valori e norme fondamentali che non possono essere calpestate da nessuno»
La preoccupa l’amicizia tra Salvini e Orbàn?
«È normale che ci siano rapporti tra governi, ma l’Italia si astenga dal bloccare le decisioni europee».
Crede che il Ppe potrebbe accogliere la Lega?
«Al momento non è un tema e oltretutto la Lega non è in linea con i nostri valori, non penso proprio che ci saranno sviluppi».
È invece possibile un’alleanza dopo le europee tra Ppe e il gruppo dell’estrema destra al quale lavora Salvini?
«Questa è una libera decisione dei partiti sulla quale non ho un’opinione e sulla quale non posso fare previsioni».