Percorsi Dal ‘500 al contemporaneo, passando per l’artigianato. E con un biglietto unico «Pellegrinaggio artistico» tocca tutto l’Empolese-Valdelsa, un’area grande come New York.
Dal monte sacro di San Vivaldo a Montaione, che compie mezzo millennio esatto, alla Ceramica di Montelupo; dal vetro verde di Empoli, alla Madonna con bambino di Giotto e Cimabue a Castelfiorentino, passando per i grandi nomi di Leonardo e Boccaccio e il Benozzo Gozzoli a Certaldo. Tutti, da ora, concentrati in un unico museo: che però non esiste realmente, non ha pareti ma un percorso, un «pellegrinaggio artistico» alla scoperta della storia del territorio dell’Empolese-Valdelsa, fatta di antichi mestieri e artigianato, ma cui appartengono anche capolavori e grandi personaggi. Questo percorso, con tanto di timbri e passaporto, la «Credenziale del Pellegrino», dà ora diritto per un anno all’ingresso a 21 musei sparsi per 730 kmq, una superficie quasi pari all’area metropolitana dell’intera New York, con soli 15€ (invece di 52).
«Ho cercato di individuare un elemento identitario del territorio, e mi è venuto naturale pensare alla Francigena. È su quel modello, sul pellegrinaggio, che ho pensato alla credenziale». Cinzia Compalati, giovane storica dell’arte specializzata in museologia, da giugno è il direttore scientifico del Museo diffuso dell’empolese-valdelsa. Affiancata da collaboratori ed esperti locali, nonché dai direttori dei vari musei, ha studiato il territorio cercando di individuare «l’elemento che poteva racchiudere tutti i musei». Dall’osservazione e dalla studio della storia locale, nasce l’idea della Credenziale del pellegrino dell’arte.
«La Francigena è molto sentita — spiega Compalati — attraversa vari comuni dell’empolese-valdelsa, e ho capito in breve tempo che non solo i residenti di questi comuni ci tengono molto, ma proprio tutta la comunità». Per portare a termine la tappa di San Miniato (Pi), la Francigena attraversa i boschi di Fucecchio lambendo il Padule, poi si addentra in Valdelsa da Castelfiorentino, fino a Montaione e Gambassi, per poi entrare in provincia di Siena.
Su quel percorso ci sono alcune chicche artistiche. «La Pieve di Santa Maria in Chianni, a Gambassi Terme — prosegue Compalati — è uno dei maggiori esempi del tardo romanico italiano, ed è inserita nel percorso». C’è anche un altro «pellegrinaggio nel pellegrinaggio», la Gerusalemme di San Vivaldo a Montaione: «Un complesso di cappelle del Cinquecento, immerse in un fitto bosco secolare, che custodiscono maestose terrecotte policrome ispirate alla vita e alla passione di Cristo disposte in maniera da riprodurre, in scala ridotta, la planimetria della Gerusalemme del tempo o Castelfiorentino, per esempio, che è una città di capolavori. Alla chiesa di Santa Verdiana c’è la Madonna con bambino, tavola dell’ultimo decennio del XIII secolo di Giotto e Cimabue; poi al Museo Benozzo Gozzoli due straordinari tabernacoli del maestro del Rinascimento, salvati dalle intemperie e conservati in un nuovo contenitore contemporaneo, il piccolo “MoMa” della Toscana». E ancora la Madonna con bambino di Filippo Lippi al Museo di arte sacra di Montespertoli.
Poi c’è la storia locale, quella fatta da mani che hanno lavorato ceramiche, vetro, ferro, legno, sacrificio. A Capraia e Limite il Centro espositivo della cantieristica e del canottaggio racconta l’attaccamento della comunità al lavoro e allo sport che ne hanno segnato la storia, con gli attrezzi dei «navicellai», le riproduzioni delle imbarcazioni, e la possibilità di visitare la «vasca da vogo» da otto posti, costruita nel 1985. A Empoli, oltre al Cristo in pietà nella pinacoteca della Collegiata di Sant’Andrea, c’è il museo del vetro, che ripercorre la tradizione dei «soffiatori». Così come le ceramiche di Montelupo, al Mmab, raccontano di tornitori, colori e materiali. E la storia, quella più recente, raccontata invece al MuMeLoc di Cerreto Guidi: «È un luogo simbolo della Resistenza. Qui il 23 agosto ‘44 si consumò uno dei più feroci eccidi nazisti. Il museo della memoria spiega la storia — dice Compalati — e una passeggiata al Padule di Fucecchio consente di addentrarsi in quell’atmosfera». Le punte di diamante del percorso sono Certaldo e Vinci.
Su un totale di 350mila visitatori l’anno distribuiti su tutto il sistema Museale, cioè tra tutti i 21 musei che fanno parte del MuDev, almeno 250mila sono ingressi al museo Leonardiano. E sono proprio quei 250mila, che la Credenziale del Pellegrino cerca di intercettare, così come il milione di turisti che pernottano in zona ogni anno, tra agriturismi e B&B, però più attratti dalle grandi città artistiche vicine, come Siena, e ovviamente, Firenze. «Il concetto di Museo diffuso è ambizioso — ammette Compalati — ma credo che ci sia uno stimolo in più con i percorsi. Si tratta di puntare su territorio, comunità e patrimonio. Per le festività natalizie abbiamo lanciato “Regala i tuoi musei”, attendiamo i dati per dopo l’Epifania, e ci stiamo organizzando per la primavera, quando inizieranno le belle giornate, per studiare veri percorsi tra i musei, sia a piedi che in bicicletta, altra passione che il territorio predilige, e per coinvolgere anche i pellegrini della Francigena».