Mr. Fassino, I suppose.

 

Mister Livingstone, I suppose ” è il saluto che raccontò di aver pronunciato nel 1871 il giornalista-esploratore gallese Henry Stanley incontrando nel deserto dell ‘ Africa nera il missionario-esploratore scozzese David Livingstone, scomparso cinque anni prima mentre risaliva verso le fonti del Nilo. Ora, siccome la storia si ripete in forma di farsa, abbiamo l ‘ e s pl o ra t or e torinese Piero Fassino, in missione per conto di Renzi nel deserto della sinistra. Ma, per sua e nostra fortuna, lui non rischia di perdersi, tallonato com ‘ è giorno e notte dai cronisti dei giornaloni che pendono dalle sue labbra e infatti lavorano molto di lingua, ansiosi di regalare ai lettori succulenti retroscena sulla sua infaticabile attività peripatetica. Ogni mattina il popolo della sinistra in spasmodica attesa del più impercettibile segnale s ‘ incolonna disciplinato alle edicole, transennate per motivi di ordine pubblico, per non perdersi una dichiarazione, un ‘ indiscrezione, un sospiro. La missione esplorativa, va detto, procede alla grande. Nei primi cinque giorni di ricerche, Mr. Fassino ha già trovato l ‘ accordo con quelli che erano già d ‘ a c c o rdo. Manca ancora l ‘ accordo con quelli che erano e restano in disaccordo, ma sono dettagli. Renzi, per dire, è entusiasta di allearsi con Renzi e infatti sta con Fassino senza se e senza ma ( ” Abbiamo fatto un capolavoro ” , si dice da solo). Veltroni, che fa teatro, film e libri, ” i n c oraggia Fassino ” e Rutelli, che presiede l ‘ Anica (cinema) e ha pure scritto un libro, anche. Il che è già una bella soddisfazione. Letta, che insegna a Parigi, ha fatto un ” assist ” : una svolta elettrizzante. Prodi, che non è nemmeno iscritto al Pd e ripete di aver spostato la tenda a debita distanza, parla solo tramite ventriloqui, però Fassino e Pisapia assicurano che ” condivide e apprezza l ‘ iniziativa per una comune strategia ” di Fassino e Pisapia. Un trionfo, tantopiù che il fido Parisi, detto Pallottoliere perché sbaglia tutti i calcoli, giura che Prodi ” è sempre vicino a chi non decide di allontanarsi ” (qualunque cosa voglia dire). Maria Teresa Meli, sul Corriere , aggiunge altre frasi decisive del Professore all ‘ E s pl or a to re : ” Mai arrendersi, la strada è quella dell ‘ unità e bisogna provarci ” . Avrebbe aggiunto ” Non parlare al conducente ” , ” No n calpestare le aiuole ” , ” Divieto di ba lnea zio ne ” e ” Attenti al cane ” , ma non è sicuro. Quel che è certo è che oggi a Bologna si muove nientemeno che ” l ‘ ex ministro prodiano Giulio Santagata ” per la rimpatriata di un non meglio precisato ” pop olo del pullman ” , cui sono invitati financo Pisapia e la Bonino, forse per via della patente D. Pisapia non si sa mai con chi stia ma, anche se stesse con qualcuno, nessuno se ne accorgerebbe ( ” Tre giorni fa – scrive la Meli – aveva garantito ai suoi che sarebbe andato con Grasso, ma al Pd non ha ancora fatto sapere niente ” ). In ogni caso Fassino l ‘ ha chiamato e il Sor Tentenna ha fatto le ordinazioni, come al ristorante: ” Pisapia chiede ius soli e fine vita ” ( Cor riere ). Il povero Piero era tentato di rispondere: ” Ma più soli e più fine vita di così! ” , ma ha preferito tenersi buono uno dei pochi stomaci forti che digeriscono tutto (da Expo a Sala al renzian-berlusconiano Gori). Ieri si sono poi visti e naturalmente non è successo niente, però Pisapia ha detto che l ‘ ha chiamato Prodi e l ‘ ha autorizzato a dirlo. Roba forte. Orlando e Rosato danno una mano attaccando Grasso e Boldrini (il ministro: ” Abbiamo creato due mostri ” ) perché l ‘ uno ha lasciato il Pd e l ‘ altra è sempre stata di Sel, ergo non sono ” imparziali ” ; lo sarebbero se fossero del Pd. E il ponte sullo stretto di Fassino raccoglie i cocci. Chiama Grasso, ma quello risponde che ha sbagliato numero ( ” Non ho alcun titolo per parlare di alleanze ” ). Parla con la Boldrini, ma lei non parla con lui. Tenta con D ‘ Alema, che lo prende per il culo: ” Il capo è Speranza ” . Manda un sms a Speranza: ” Quando ci incontriamo? ” . Risposta: ” Nei prossimi giorni ” (lo prende per il culo pure Speranza). Repubblica riassume: ” Sia chiaro, qualcosa si muove: dal tridente iniziale gli architetti del Nazareno sono passati a uno schema a quattro punte ” . Infatti l ‘ Esploratore Piero, con l ‘ ausi lio di entomologi allenati a notare i microrganismi più invisibili all ‘ occhio umano, imbarca Italia dei Valori e Socialisti: dipietristi e craxiani, dopo 25 anni di inseguimenti, sono un po ‘ stanchini e faranno insieme una lista molto omogenea: aperta anche a Vegani&Carnivori e ad altre coppie molto affiatate, tipo Boldi&De Sica, Brizzi&Iene, Tornatore&Trevisan. I teorici delle masse diranno: e i Radicali? Quelli di obbedienza Bonino-Della Vedova-Magi si sono accordati con Renzi per una lista Forza Europa con un programma preciso: contro la politica di Minniti sui migranti appoggiata sia dall ‘ Europa sia da Renzi. Per dirla con Fassino, ” si parte da un programma coerente ” . Il verde Bonelli, invece, è un po ‘ sulle sue, ma un quindicesimo decreto salva-Ilva potrebbe convincerlo: Piero già vede ” una schiarita nel clima ” . Restano quelli che non ci stanno, che poi sono gli unici con qualche voto (SI+Mdp, 6-7% nei sondaggi). Vorrebbero cancellare il Jobs Act e tornare all ‘ art. 18, mentre Renzi e Fassino ripetono la favola del ” mi lione di posti di lavoro ” . Ma questi sono tecnicismi. Parliamo di cose serie: la quarta punta della Grande Alleanza è affidata al vice-esploratore Lorenzo Guerini che, essendo nessuno, parla con i suoi simili: ” Ap, Casini, Dallai e gli altri cattolici moderati ” ( Co r ri e r e ), cioè i noti teologi di scuola verdiniana. Da non confondere con Democrazia solidale, che a detta di Repubblica ” sarebbero i cattolici dell ‘ ex Scelta civica ” . Ancora nessuna notizia dei montiani protestanti, mormoni, scintoisti e avventisti del settimo giorno.
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