Mps , piano contro i rischi legali l’ipotesi aumento da 1,5 miliardi

Il Tesoro studia un piano di rafforzamento del capitale. I fondi già stanziati nel decreto Agosto Avanti i contatti con Unicredit. Il cda valuta gli effetti per l’istituto della condanna agli ex vertici
gianluca paolucci
Sul tavolo di Mps c’è anche l’ipotesi di un aumento di capitale, che potrebbe arrivare fino a 1,5 miliardi, con 1 miliardo a carico del Tesoro. Il nodo è quello degli accantonamenti sui rischi legali, dieci miliardi di richieste da parte di azionisti e investitori che gravano sul futuro dell’istituto.
Ieri il cda dell’istituto ha preso atto della condanna di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente ex presidente ed ex amministratore delegato, per la contabilizzazione dei derivati Alexandria e Santorini. Un comunicato emesso al termine del consiglio non ha fornito numeri ma ha chiarito di aver modificato la classificazione da «possibile» a «probabile» la soccombenza in una serie di cause che riguardano i fatti compresi nella sentenza del tribunale di Milano. La banca ha anche inviato una lettera agli ex vertici e all’ex presidente del collegio sindacale Salvatori – anche lui condannato a Milano – per bloccare i termini di prescrizione di eventuali richieste risarcitorie.
Al momento, spiega una delle fonti interpellate, non è stato ancora deciso l’ammontare dei nuovi accantonamenti da realizzare sulle cause legali. Stante il fatto che le somme accantonate finora (circa un miliardo) non sono ritenute sufficienti a coprire i rischi.
Per effettuare gli accantonamenti serve però un rafforzamento patrimoniale. Per questo il cda di ieri ha sostanzialmente preso tempo. Un incontro tra i vertici dell’istituto e i tecnici del Tesoro, scrive Bloomberg, ha fatto il punto sulla situazione ed esaminato le varie opzioni. Tra le quali, appunto, anche un aumento di capitale che andrebbe ad aggiungersi alla emissione di 700 milioni di Tier1, come richiesto dalla Bce per il via libera alla operazione di scorporo delle sofferenze cedute ad Amco.
In questa ipotesi il Mef, che detiene il 68% del capitale dell’istituto, dovrebbe spendere circa 1,5 miliardi (un miliardo per la quota dell’aumento più circa 500 milioni per il pro-quota del bond Tier1). Cifra che corrisponde a quanto previsto dal decreto Agosto per il rafforzamento patrimoniale delle partecipate pubbliche.
Il Tesoro, secondo quanto ricostruito, non avrebbe obiezioni a realizzare il rafforzamento patrimoniale in tempi brevi. Anche perché, malgrado smentite e prese di distanza, continuano i contatti del Tesoro con Unicredit, visto come l’unico possibile «sposo» di Monte dei Paschi.
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