http://www.repubblica.it/economia/finanza/2014/12/21/news/mps_tutte_le_incognite_di_fine_anno_e_di_inizio_2015-103441965/?ref=HRLV-5
MILANO – Fine anno non semplice per il Monte dei Paschi di Siena, che si prepara a trascorrere un 2015 se possibile ancora più complesso. Non soltanto, infatti, la banca di Rocca Salimbeni, stando alle ultime indiscrezioni, dovrebbe registrare nell’ultimo trimestre del 2014 maxi accantonamenti, ma è anche alle prese con l’allestimento del nuovo aumento di capitale da realizzare l’anno prossimo e con l’incognita dei vertici. Senza contare la possibilità che Mps, in un futuro più o meno prossimo, possa finire preda di un grande gruppo bancario, italiano o estero.
Secondo le ultime indiscrezioni, il presidente dell’istituto toscano, Alessandro Profumo, avrebbe fatto capire che sono in corso approfondimenti per valutare la possibilità di contabilizzare già nel quarto trimestre di quest’anno tutti gli accantonamenti emersi in sede di analisi dei bilanci della Bce, o asset quality review (Aqr). Gli analisti di Equita Sim, ad esempio, hanno osservato che su 4,2 miliardi di euro di rettifiche complessive emerse dall’Aqr, nei primi nove mesi di quest’anno l’istituto senese ne ha registrati solo 1,1 miliardi, il che significa che nel quarto trimestre potrebbero venirne rilevati altri 3 miliardi abbondanti.
Proprio all’esito degli stress test della Bce, risalenti allo scorso ottobre, è legata la nuova ricapitalizzazione da 2,5 miliardi che Mps dovrà avviare nel 2015 e che segue a stretto giro il maxi aumento da 5 miliardi chiuso con successo la scorsa estate. A riguardo, va rilevato come la nomina del nuovo consiglio di amministrazione della banca, in caledario per aprile, si inserisca proprio tra le due finestre possibili che l’amministratore delegato Fabrizio Viola ha indicato per la ricapitalizzazione, vale a dire marzo o maggio. Non è dato sapere, però, se ad aprile i soci forti, e dunque la Fondazione Mps, in asse con gli azionisti sudamericani di Btg Pactual e Fintech (con i quali è in piedi un patto di sindacato), deciderà di confermare ai vertici il presidente Profumo e l’ad Viola, magari nell’ottica di dare continuità in un quadro per il gruppo di per sé già abbastanza instabile, oppure se sceglierà altre persone per la guida dell’istituto di credito.
In tale contesto, è altamente probabile che le geometrie dell’azionariato di Mps siano destinate a mutare di nuovo nel 2015, con l’ingresso di nuovi soci, italiani o esteri, magari proprio attraverso l’imminente aumento di capitale. Nell’ipotesi estrema, i nuovi entranti potrebbero diventare dei veri e propri compratori dell’istituto di credito senese. Negli ultimi tempi, tra smentite e silenzi, sono numerosi i nomi circolati: da Intesa Sanpaolo a Unicredit, passando per la Popolare Ubi e senza dimenticare gli spagnoli del Santander o i francesi di Bnp Paribas.
Quel che è certo è che le quotazioni di Borsa di Mps, scese praticamente senza sosta da quando dagli stress test della Bce è emersa la necessità di una nuova capitalizzazione, favoriscono l’ingresso sulla scena di qualche grande gruppo. Basti pensare che dall’inizio che il primo ottobre le azioni Mps viaggiavano sopra quota 1 euro mentre venerdì19 dicembre hanno chiuso la seduta di Borsa sotto 0,50, a quota 0,4983, con un nuovo crollo giornaliero da cardiopalma, pari al 4,17 per cento.