Una maxiconsulenza da oltre 900 mila euro per valutare se e come poter recuperare 22 milioni di euro di spese legali sostenute nell’arco di 11 anni. Il committente è Monte dei Paschi, controllata dal ministero del Tesoro. E il superconsulente è Salvatore Maccarone, avvocato nonché presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi. Ovvero lo strumento finanziato da tutte le banche deve intervenire per tutelare i depositi bancari e che, nel suo braccio «volontario», ha partecipato ai salvataggio bancari più recenti come Carige e Popolare di Bari. E del quale Mps è uno dei principali contributori, con 42 milioni nel 2019 allo schema obbligatorio più 8 milioni di minusvalenza registrata sul contributo per Carige.
La richiesta della «ricognizione» sulle spese legali sarebbe arrivata direttamente dalla Bce, l’attività è partita nel maggio del 2019 eppure ad oggi non è stato possibile chiarire a che punto sia e cosa ne sia stato. La consulenza risale al 2019 e riguarda, secondo i documenti visionati da La Stampa, l’esame delle spese anticipate dalla banca per le sanzioni irrogate da Banca d’Italia, Consob e Mef a ex esponenti e dirigenti dell’istituto tra il febbraio del 2005 e il 2016, al fine di poter valutare le possibilità di recupero. Secondo quanto ricostruito, lo studio Maccarone è stato scelto in quanto, riferisce una delle fonti interpellate, presentava «minori conflitti d’interesse» rispetto alle persone coinvolte.
Il mandato riguarda 17 provvedimenti sanzionatori e 328 soggetti coinvolti. L’ammontare delle spese legali sostenute dalla banca per queste posizioni è di 22 milioni di euro.
La prima parte del mandato – propedeutica all’esame complessivo – è arrivata a conclusione lo scorso 14 novembre, quando è stato rilasciato il parere definitivo. Il compenso è stato fissato in 50 mila euro più Iva e contributo alla Cassa Forense. La seconda parte è stata approvata dal cda della banca e prevede l’esame di dettaglio delle singole posizioni. Per questa parte, il compenso è stato determinato in 670 mila euro più Iva (22%) e contributo alla Cassa Avvocati (4%).
Tra le posizioni oggetto di esame c’è anche quella di Angelo Barbarulo, ex top manager di Monte dei Paschi poi nominato dal Fondo interbancario alla vicepresidenza di Banca Carige, nel gennaio scorso. Barbarulo però non ha superato l’esame «fit and proper» della Bce, ovvero l’esercizio che valuta l’idoneità ad assumere incarichi in una banca vigilata. La motivazione della bocciatura, come riferito da questo giornale, spiega che il manager non possiede i requisiti di «onorabilità» e «indipendenza di giudizio» per rivestire gli incarichi ai quali è stato designato, in relazione ai suoi precedenti incarichi nel gruppo Mps. Nel dicembre scorso la Corte d’Appello ha reso definitiva la sanzione di Bankitalia a Barbarulo nel 2013 (45 mila euro come dg della controllata Biverbanca e membro del comitato esecutivo del gruppo Mps). In gennaio Barbarulo è stato indicato dal Fondo nel cda di Carige, della quale dopo il salvataggio detiene l’80%.
Secondo quanto ricostruito, il mandato per la banca è in corso di svolgimento anche se non ci sono stati aggiornamenti dopo la delibera del cda che ha conferito l’incarico. La lettera d’incarico prevede che il mandato «potrà essere limitato nelle durata fino alla scadenza dell’attuale consiglio, salvo conferma del mandato da parte del nuovo consiglio» che è arrivato a Siena nel maggio scorso.
Maccarone, interpellato, dice di aver svolto solo la prima parte dell’incarico, terminata con la relazione al consiglio, e di «non aver più saputo niente» dopo la conclusione dell’esame preliminare e la presentazione del parere.
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