Di Pietro Battaglia
ROMA – “L’Unione europea non ha assolutamente intenzione di danneggiare la qualità del vino annacquandolo e privandolo delle sue proprietà. Bisogna fare chiarezza sulla proposta avanzata dalle istituzioni europee nell’ambito dei lavori relativi alla Pac. L’iniziativa, infatti, nasce per dare la possibilità al vino di estendere il proprio mercato anche in quei Paesi in cui non è possibile, soprattutto per motivi legati alla religione, consumare bevande alcoliche. Tuttavia questa proposta riguarderebbe esclusivamente i vini da tavola e non colpirebbe quelli con denominazioni d’origine (Do) e qualora dovesse passare, l’ultima parola ce l’avrà sempre il produttore”. Questo il commento di Paolo De Castro, eurodeputato e primo vice-presidente della commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento europeo, raggiunto dall’agenzia Dire, sulla proposta, avanzata dalle istituzioni dell’Unione, di conferire anche ai vini dealcolati una regolamentazione consentendo così il loro ingresso all’interno del mercato.
“La prossima settimana– spiega De Castro- Commissione, Parlamento e Consiglio europeo si riuniranno per raggiungere un accordo sui dossier della Politica Agricola Comune e verrà discussa anche la proposta relativa al capitolo vino. Qualora dovesse essere confermata questa iniziativa in ogni caso anche i vini dealcolati dovranno sottoporsi a regole stringenti per entrare a far parte del mercato. Se non dovessero avere requisiti di idoneità per il mercato non potranno considerarsi vini”.
FEDERVINI: “È UN PASSO NECESSARIO E UTILE”
“Una regolamentazione dei vini dealcolati all’interno della legislazione europea è un passo necessario e utile. Inoltre il rischio di vedere delle denominazioni d’origine (Do) dealcolate è inesistente a meno che i produttori non decidano di modificare i propri disciplinari. Questo conferma che i produttori restano i custodi delle caratteristiche della propria denominazione”. Così Sandro Boscaini, presidente di Federvini, raggiunto dall’agenzia Dire.
Secondo Boscaini la proposta, sostenuta dalle istituzioni europee nell’ambito dei dossier relativi alla nuova Politica Agricola Comune, di regolamentare i vini dealcolati, consentendo così anche a questi prodotti di entrare a far parte del mercato, non metterebbe a rischio le pratiche enologiche né l’industria italiana del vino: “La Ue afferma che le pratiche devono essere disciplinate all’interno della legislazione vitivinicola: così si resta vincolati agli importanti parametri legislativi europei anche in termini di pratiche enologiche”, conclude.
UIV: “È UN’OPPORTUNITÀ PER APRIRSI A NUOVI MERCATI”
“Il mercato dei vini dealcolati è notevole e non riguarda solo i Paesi Arabi: il 70% dei consumatori nel mondo non beve alcolici e su questa nuova categoria di prodotti registriamo una forte vivacità della domanda. Penso che sia arrivato il momento di fare un salto di qualità, uscendo dai binari emotivi che si sono venuti a creare anche a causa della falsa notizia legata all’aggiunta di acqua. Il punto è: vogliamo che questa categoria rimanga nel perimetro del nostro settore o che venga lasciata in mano all’industria delle bevande? Come Uiv, dunque, pensiamo che, se ben regolamentata, questa possa essere un’opportunità per valorizzare i vini comuni, che spesso rimangono in eccedenza in cantina”. Così Paolo Castelletti, segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), interpellato dalla Dire sulla proposta, sostenuta dalle istituzioni europee nell’ambito dei dossier relativi alla nuova Politica Agricola Comune (Pac), di garantire ai vini dealcolati una regolamentazione europea dal punto di vista legislativo, dando la possibilità a questi prodotti di fare il loro ingresso all’interno del mercato.
“Siamo invece contrari– precisa- alla dealcolazione totale di Dop e Igp. Le Doc peraltro sarebbero comunque tutelate dai disciplinari e non subirebbero imposizioni dall’alto perché nessuno obbligherà i produttori Dop e Igp a fare vino dealcolato. Al prossimo trilogo in programma il 26 maggio che vedrà la discussione dei dossier presenti nella nuova Pac, confidiamo nella massima attenzione sulla questione da parte del ministro Patuanelli affinché questa categoria possa rimanere nel settore, come chiediamo, ma con regole specifiche chiare a tutela delle imprese e dei consumatori”.