Il livello dello scontro lo si capisce dalle parole di inusitata durezza. Il fallimento dell’Eurogruppo di martedì e lo scontro con l’Olanda hanno lasciato il segno. E così nel pomeriggio Giuseppe Conte decide di parlare di nuovo Berlino perché l’Aia intenda. Lo fa con una video-intervista alla Bild, uno dei più popolari giornali del Paese. Il senso è tutto in una frase: “La Germania non ha vantaggi se l’Europa sprofonda nella recessione. Dobbiamo sviluppare gli strumenti fiscali necessari. Non pretendiamo che Germania e Olanda paghino i nostri debiti. In Germania potete avere tutto lo spazio fiscale che volete ma non potrete mai pensare di affrontare un’emergenza sanitaria, economica, sociale così devastante con il vostro spazio fiscale. È nell’interesse reciproco che l’Europa sia all’altezza della sfida, altrimenti dobbiamo assolutamente abbandonare il sogno europeo e dire ognuno fa per sé ma impiegheremo il triplo, il quadruplo, il quintuplo delle risorse per uscire da questa crisi e non avremo garanzia che ce la faremo nel modo migliore”. L’ultimo segnale per piegare la resistenze dei Paesi del Nord. “Non dobbiamo arretrare rispetto a Cina e Usa che mettono a disposizione il 13% del loro Pil – continua Conte – Abbiamo bisogno degli Eurobond per non far perdere competitività a tutta l’Europa. Non dobbiamo alla fine starcene lì con le mani incrociate: operazione riuscita, ma il paziente Europa è morto”.L’uscita del premier illumina il dramma del governo alla vigilia del secondo round dell’Eurogruppo, dopo il flop di martedì. La riunione dei ministri delle Finanze dell’euro, allargata a tutti i 27 Paesi dell’Ue, è andata avanti per 16 ore senza trovare un accordo se non quello di rinviare tutto a oggi pomeriggio. Senza, non può partire il Consiglio europo che deve dare l’ok finale alla strategia comune europea. L’intesa di massima riguarda due dei tre punti sul tavolo: il maxi piano di liquidità della Banca europea degli investimenti (240 miliardi) e il fondo “Sure” anti disoccupazione proposto da Bruxelles da 100 miliardi che fornisca prestiti ai Paesi. Come è noto, il vero scontro è sul Meccanismo europeo di stabilità, l’ex fondo salva Stati. Questo strumento, già usato nella crisi greca, può fornire linee di credito per importi irrisori (2% del Pil del Paese beneficiario, 35 miliardi per l’Italia) ma con pesanti condizionalità, come accaduto ad Atene. L’Italia chiede che vengano completamente eliminate, e non sospese per qualche tempo come offre l’Olanda, che vuole che restino i vincoli attuali.
Il ministro Roberto Gualtieri si muove in un margine strettissimo. Dare l’ok a un Mes condizionato farebbe esplodere la maggioranza, visto che i 5Stelle sono contrarissimi. L’impegno a non usarlo potrebbe essere sufficiente solo se l’Eurogruppo inglobasse un quarto pilastro nel pacchetto: il “fondo di solidarietà temporaneo” che emetta debito comune proposto dalla Francia. In una delle bozze del testo finale era comparso un timido riferimento, con l’impegno a lavorare sugli aspetti tecnici nei prossimi mesi, ma è stato subito bloccato dall’Olanda (insieme alla Finlandia). L’Italia chiede che ci siano riferimenti precisi nelle tempistiche. Parigi e Berlino (a cui voleri l’Olanda è molto sensibile) fingono unità: “Mentre contiamo le morti per centinaia e migliaia, i ministri delle finanze stanno giocando su parole e aggettivi. È un peccato”, attacca il francese Bruno Le Maire. Riferimento velato al collega olandese Wopke Hoekstra.
Di tutto questo Conte, prima dell’ora di cena, ne ha parlato con il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, lo stesso Gualtieri e il sottosegretario Riccardo Fraccaro. Oggi, prima dell’Eurogruppo, torneranno ad aggiornarsi.