Il video di Borrelli sulla città durante il lockdown con il concerto dell’Orchestra: venerdì in streaming. Luisi, ritorno dopo lo strappo
di Gregorio Moppi
Ieri sera, dopo il coprifuoco, un fotografo si aggirava per Firenze. Succederà anche stanotte. Vagabonda per catturare immagini della città morta. Apparentemente deserta, eppure ancora palpitante di vita dietro i portoni chiusi e le finestre serrate. Il fotografo con l’obiettivo non scatta istantanee. Gira un video. Otto minuti sul lungo sonno di piazze e strade al buio, senza più residenti visibili, senza turisti. Lui è il fiorentino Marco Borrelli, uno dei maggiori fotografi di musica e teatro che l’Italia possieda. Professionalmente è nato e cresciuto all’Orchestra della Toscana, dove nel 2010 (a ventiquattro anni, dopo una laurea sul rapporto tra fotografia e messinscena) lo reclutò l’ufficio stampa d’allora, Laura Reali. Si era imbattuta per caso in una sua foto, vi aveva intravisto stoffa, lo mise alla prova. E all’Ort Borrelli c’è ancora, anche se nel frattempo è richiestissimo pure da Salisburgo, dal Ravenna Festival, dal Globe Theatre di Roma, creatura di Gigi Proietti. «Il Verdi è la mia casa, l’Ort una parte del mio cuore, Daniele Rustioni il direttore che ho visto maturare e insieme a cui io stesso sono maturato » , dice Borrelli. « Dovessi scegliere lo scatto simbolo tra migliaia dei miei, ne prenderei proprio uno con Daniele protagonista: durante una pausa delle prove, seduto rilassato sul podio, mentre tutti i musicisti lo circondano e scherzano con lui. Immagine che sintetizza lo spirito di comunità appartenente all’Ort». Il suo video sulla Firenze segnata dalla pandemia servirà per accompagnare l’esecuzione della Sinfonia “Al Santo Sepolcro” di Antonio Vivaldi, pagina ispirata alla Passione di Cristo e prima composizione in programma nel concerto in diretta streaming venerdì, ore 21, sui canali YouTube e Facebook dell’orchestra. « Con il coordinatore artistico Cristian Carrara abbiamo pensato di non riproporre per questo streaming la solita ripresa di un’esecuzione, ma progettare qualcosa di diverso, più intenso » , spiega Borrelli. « Ecco, allora, l’idea di uscire dal teatro e, tramite l’obiettivo, guardarsi intorno. Tuttavia il fine non è creare un susseguirsi di cartoline fotografiche della città, ma compiere una vera e propria passeggiata con il video sempre acceso » . Che il risultato si sovrapponga alle note del “Santo Sepolcro” vivaldiano – creando una sorta di partitura visiva in cui quella sonora si riverbera e amplifica – riveste un forte valore simbolico. «A causa del nuovo lockdown e del coprifuoco, la Firenze che abbiamo conosciuto fino a marzo ha assunto adesso l’aspetto di un sepolcro vuoto. Ma al di là del buio e del silenzio, qualcosa continua a muoversi: è la vita che vuole tornare a espandersi, rappresentata delle luci del Teatro Verdi che ancora restano accese » . Sul podio dell’Ort, una bacchetta internazionale: Fabio Luisi, direttore musicale dell’Opera di Zurigo, della Dallas Symphony e della Sinfonica nazionale danese. Il maestro genovese torna a Firenze dopo l’addio polemico al Maggio, un anno e mezzo fa, all’indomani della destituzione del sovrintendente Cristiano Chiarot. Luisi propone anche la Quarta sinfonia di Mahler nella trascrizione per organico ridotto di Paul Simon, con il soprano Carmela Remigio come solista. Una composizione tra le più serene, candide, pacifiche del catalogo mahleriano.
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