In edicola con Repubblica “Mussolini ha fatto anche cose buone”, il saggio dello storico Francesco Filippi. Un antidoto a tutti i luoghi comuni che ancora oggi circolano sul fascismo
di Diego Longhin
Smontare le bufale messe in circolazione oltre 70 anni fa da Mussolini e dal fascismo. Operazione difficile perché le “storielle” usate durante il Ventennio per rafforzare l’immagine del regime sembrano aver messo radici profonde nella cultura popolare italiana. Oggi con il fascismo di ritorno quelle “storielle” riaffiorano come verità che erano state messe da parte. Per questo è ancora più utile il saggio dello storico e formatore trentino, Francesco Filippi,
Mussolini ha fatto anche cose buone , in edicola da domani con Repubblica a euro 9,90 più il costo del quotidiano. Un vero prontuario contro quelle che vengono definite dallo stesso autore come «le idiozie che continuano a circolare sul fascismo».
Il libro di Filippi è un dizionario dei luoghi comuni, da quelli più celebri e pop, come «i treni passavano in orario», a quelli più sociali come «Mussolini ha dato la pensione agli italiani», fino ad arrivare alle grandi costruzioni della dittatura: dal duce che voleva bene agli italiani al duce costruttore che ha realizzato le bonifiche, passando per il capo di stato abile nella politica estera. Bugie che servono a mettere in secondo piano gli errori e gli orrori che Mussolini avrebbe compiuto seguendo Hitler sulle leggi razziali e la guerra. Abile strategia per giustificare e riabilitare — secondo un rigurgito nostalgico — il duce. Il prontuario di Filippi smonta in maniera chirurgica tutte le storielle, argomentando, mettendo nero su bianco dati e fatti che smascherano le fake news storiche che oggi, grazie alla rete nera sui social, si moltiplicano senza freni.
Il libro si apre con una delle affermazioni più famose dell’abile ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels: «Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte, e diventerà una verità ». Un mantra per chi vuole diffondere fandonie.
Il libro di Filippi dovrebbe essere adottato nelle scuole, come fondamentale compendio della storia del Novecento, ma non solo. Il testo insegna un metodo di indagine utile per smontare non solo le falsità del passato, ma le bufale contemporanee.
L’autore si trasforma in un giornalista che viaggia nel tempo per smontare quelle che sono divenute verità comuni basate sulle falsità e le sparate della Rete. «Solo una cosa è certa — sottolinea Filippi — Mussolini fu un pessimo amministratore, un modestissimo stratega, tutt’altro che un uomo di specchiata onestà e un economista inetto».
Tanti gli esempi di fake arrivate fino a noi. Mussolini ha dato la casa agli italiani? «Falso. La legge sulle case popolari è del 1903 e porta la firma di Luigi Luzzatti deputato della destra storica», spiega l’autore. Che dire dei treni in orario, forse la bufala più difficile da estirpare? «Nasce e viene diffusa dal fascismo stesso — racconta Filippi — causa la crisi economica il regime fu costretto a tagliare il personale delle ferrovie. Risultato? I treni arrivavano ancora più in ritardo. Non potendo risolvere il problema, i fascisti semplicemente lo cancellarono. Per decreto non si poté più parlare dei ritardi dei treni perché lesivo dell’onore del Paese. E nella percezione collettiva questo significava che il problema era stato risolto». Una delle balle più grosse per lo storico di Levico Terme è la battuta per cui Mussolini volle bene agli italiani. «Basterebbe leggere la documentazione delle persone vicine a lui per capire il contrario — sottolinea Filippi — il genero Galeazzo Ciano scriveva che il duce provava piacere nel vedere gli italiani soffrire perché così erano più deboli e manipolabili ».
Eliminate le bufale rimangono i fatti e una sola lettura: Mussolini è stato un dittatore, uno spietato dittatore. E l’Italia uscita dal fascismo era più povera e provinciale, tra ingiustizie e disuguaglianze.