A Bologna
di Daniela Corneo
Ha pianto la professoressa Rita Monticelli, quando ieri ha saputo che Patrick sarebbe stato scarcerato. Le lacrime sono arrivate appena ha pensato al suo studente far ritorno in famiglia, nella sua casa: «Non saperlo dietro le sbarre è un sollievo dopo questi 22 mesi». Docente dell’Università di Bologna dove coordina il master «Gemma» dedicato agli studi di genere, il corso a cui è iscritto lo studente egiziano, Monticelli, che dopo le Amministrative di ottobre è entrata anche nel consiglio comunale di Bologna con la lista del Pd, non ha mai smesso di far sentire la sua voce per la scarcerazione di Zaki.
Attorno a lei i suoi studenti e le sue studentesse, gli amici di Patrick, con cui ieri sera si è ritrovata nel cortile dell’Università in via Zamboni. «La nostra battaglia non finisce — promette la docente — continueremo a chiedere che Patrick sia assolto, ma questa scarcerazione è un passaggio importantissimo». C’è una frase di Patrick che è stata un faro per Monticelli in tutti questi mesi. «Un giorno ci ha fatto arrivare questo messaggio: “Il vostro sostegno arriva oltre le mura del carcere”. Credo che sentire che lottavamo per lui l’abbia aiutato, è una frase che mi è rimasta impressa sempre e mi ha dato la spinta».
«È la notizia che aspettavamo da quasi due anni — ha detto ieri il rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari —. La libertà concessa a Patrick Zaki è un primo segnale positivo, ma sappiamo bene che non è ancora finita. Continueremo a lottare fino a quando non potremo accoglierlo nuovamente a Bologna. Fino a quando la comunità dell’Alma Mater non potrà riabbracciarlo».
Che la scarcerazione non implichi una vittoria certa lo sanno bene anche gli amici di Patrick. «Quando ho saputo, non ci credevo, ma non dobbiamo mollare la presa, perché l’obiettivo è che venga scagionato», dice Sofia Selighini, 24 anni, compagna di studi di Zaki.
«Patrick fa parte della mia vita da più di due anni, ci siamo conosciuti appena arrivati a Bologna — ha raccontato ieri l’amico Rafael Garrido —, abbiamo condiviso ore di studio, feste, ma soprattutto il sogno di un mondo migliore, più equo».
Il sindaco di Bologna Matteo Lepore ieri, pur gioendo per la notizia, ha chiesto prudenza alla sua città: «La felicità in questo momento è comprensibile, ma dobbiamo allo stesso tempo continuare a essere prudenti, perché è stato un periodo lungo di attesa, non dobbiamo vanificare gli sforzi».