TACCUINO
Soli, Salvini e Di Maio sono soli di fronte alle loro responsabilità. Dopo una giornata in cui lo spread ha toccato nuovamente vette mai viste, stabilmente superiori ai 300 punti, non c’è nell’aria alcuna ipotesi di mediazione tra il governo italiano e la Commissione europea, che si prepara a bocciare la manovra. Il commissario Oettinger prima ha confermato che non ci sono margini per far passare le decisioni dell’esecutivo giallo-verde, poi ha leggermente ridimensionato le sue affermazioni, ma la sensazione è che anche l’arrivo a Roma oggi di Moscovici, il commissario che ha seguito la tormentata genesi della svolta maturata dall’Italia, con l’innalzamento del rapporto deficit-Pil al 2,4 per cento e la destinazione della maggior parte dei fondi al reddito di cittadinanza e alla «quota 100» per le pensioni, servirà solo a preannunciare al Presidente Mattarella l’invio di una seconda lettera da parte della Commissione, per avviare la procedura di infrazione. Anche l’iniziativa del premier Conte, che ha avuto un incontro bilaterale con la Merkel, dato che il presidente del Consiglio ha escluso margini di trattativa sulla manovra, non ha in sostanza sortito effetti. E difficilmente avrebbe potuto averne, dato che si svolgeva con il rumore di sottofondo delle dure repliche dei due vicepremier alle parole di Oettinger. Chissà quale effetto avranno fatto sui partners europei le dichiarazioni di Salvini da Mosca: neppure Berlusconi, che pure vanta un’amicizia ultradecennale con Putin, si era spinto a dire di sentirsi più a proprio agio in Russia che in Europa. Ovviamente, non è detto che questo avvio di confronto con le autorità di Bruxelles dopo il varo della legge di stabilità e del decreto fiscale precluda definitivamente ogni ipotesi di trattativa. Salvini e Di Maio – è evidente – sono ormai in campagna elettorale per le elezioni europee di maggio, ma anche i membri della Commissione lo sono, e in questo senso la cautela tenuta da Mattarella, rispetto alle pressioni che riceve per esercitare la sua moral suasion nei confronti di Conte e Tria, è comprensibile. Se il governo non prende atto dei rischi provenienti dai mercati per l’Italia, difficilmente terrà conto di Juncker, Moscovici e Oettinger.