Il sindaco e i 17 Priori: impossibile senza contatto fisico. Cade anche l’idea dello Straordinario
Giulia Maestrini
SIENA A pensarci razionalmente e con lucidità, nessuno a Siena credeva davvero che nell’epoca delle mascherine e del distanziamento sociale si potesse correre il Palio. Eppure ogni senese, in cuor suo covava l’utopia di non doverle mai sentire, quelle parole così amare. Che invece sono arrivate: «Il Palio nel 2020 non si correrà». Non a luglio, né a agosto, nemmeno a settembre in via eccezionale.
La decisione ufficiale è arrivata ieri all’ora di pranzo, dopo una riunione durata un’ora e mezzo tra il sindaco, i priori delle 17 Contrade, il questore e il prefetto di Siena. «È una decisione dolorosa, ma unanime — ha spiegato il sindaco Luigi De Mossi — scaturita dalle circostanze: il Palio è una festa di popolo e in questo momento non lo si può vivere nel modo giusto, il controllo sul distanziamento sociale sarebbe impossibile». E se c’è un’ipotesi che non è davvero mai stata in ballo, è quella di fare un Palio «diverso» o a porte chiuse. Lo ha ribadito nelle scorse settimane il sindaco, lo hanno sempre ripetuto le Contrade e lo sanno bene i senesi: il Palio è, per sua stessa natura, contatto fisico e non può essere nient’altro. «Se al Palio togli il contatto fisico non è Palio» chiosa il rettore del Magistrato delle Contrade, Claudio Rossi.
Siena aveva provato a prendere tempo: ad aprile, già in pieno lockdown, si era ipotizzato di slittare tutto in avanti, rimandare la Carriera di luglio al 22 agosto e quella dell’Assunta al 26 settembre. O, al limite, pensarne una sola, una sorta di «Straordinario» da correre magari in autunno. «Abbiamo provato fino in fondo a tenere la partita aperta — aggiunge il sindaco — ma il Palio ha i suoi ritmi, bisognava dare una risposta ai cittadini». La risposta è arrivata ed è senza appello, perché anche sull’idea dello Straordinario, De Mossi è apparso deciso: «Bisogna vedere come si evolve la pandemia, ma francamente oggi la vedo complicata».
Adesso la decisione verrà portata in Consiglio comunale — è il Comune che ufficialmente organizza il Palio — ma è solo un passaggio formale. Le minoranze concordano. L’ex sindaco Bruno Valentini la definisce «una presa d’atto responsabile che non va vissuta come una rinuncia, ma come un atto d’amore verso le proprie tradizioni e la propria cultura». Il gruppo «Per Siena» che fa capo a Pierluigi Piccini parla di una «dignità composta di una comunità, quella senese, che si è affermata con un atto di rinuncia e di riflessione» e propone di «usare i soldi del Palio per il sostegno ai senesi bisognosi e per il rilancio dell’economia».
Ma è presto per pensare a questo, prima c’è da assorbire un’idea che molte generazioni non avevano mai nemmeno immaginato. Sarà un’estate silenziosa. Anche le società di Contrada per adesso restano chiuse ma, come ha ricordato De Mossi, «generosamente si sono rese disponibili per dare i propri spazi verdi ai bambini dove cercheremo di organizzare delle attività estive: ancora una volta dimostrano il loro grande valore sociale». Lo stesso aspetto che sottolinea Paolo Capelli, della Torre, il «decano» tra i capitani delle 17 Consorelle: «Seppur in una giornata così triste e amara — dice — la comunità senese che le Contrade rappresentano ha dimostrato il proprio senso civico e di responsabilità a conferma che il Palio non è un gioco, ma una festa di profonde tradizioni e valori».
In epoca recente il Palio si era fermato solo per la guerra. La città è stordita e un po’ si spacca tra chi a malincuore concorda su una scelta «inevitabile» e chi invece avrebbe voluto più tempo, rimandare la decisione per non spegnere la speranza. Perché a Siena si dice che l’inverno comincia la sera del 16 di agosto, quando finisce il Palio dell’Assunta, ma quest’anno invece l’inverno è già iniziato a maggio.