Provocazione del direttore degli Uffizi: “Il progetto dell’archistar sull’uscita del museo dopo 20 anni non è stato ancora realizzato, è un’anomalia”. Così lo mette in mostra insieme al modello dell’opera al centro delle polemiche
gaia rau
È forse il primo caso, in Italia e nel mondo, di un’opera pubblica che diventa materiale da museo prima ancora di essere realizzata. Ma che quella della loggia di Arata Isozaki fosse una storia sui generis, non è certo una novità: vincitrice del concorso internazionale bandito nel 1998 da ministero dei beni culturali e Palazzo Vecchio, la nuova uscita degli Uffizi su piazza del Grano progettata dall’archistar giapponese — una struttura alta quasi 24 metri in pietra serena, vetro, acciaio e cemento pensata per evocare quella dell’Orcagna in piazza della Signoria — è stata al centro, nei vent’anni trascorsi dalla sua genesi, di un infinito ciclo di critiche, polemiche e ripensamenti, fino a uscire completamente dal cronoprogramma dei Nuovi Uffizi. A premere l’acceleratore era stato, due anni fa, l’allora neodirettore del museo Eike Schmidt, che aveva proposto di sottoporre il progetto a referendum cittadino. Salvo ritornare sull’argomento, ieri, con una provocazione a sorpresa: un’intera sala del museo dedicata a Isozaki, inaugurata ieri insieme al nuovo auditorium intitolato a Giorgio Vasari, con dentro il modellino della loggia e i disegni premiati dal concorso del ‘98.
Un messaggio più che chiaro: «Il fatto di avergli dedicato una sala, prima ancora di realizzare la loggia, è un’anomalia — riconosce Schmidt — . L’anomalia, però, non è la sala in sé, ma la mancanza della loggia» . E ancora: «Siamo arrivati al momento in cui dobbiamo scegliere se vogliamo lasciare in quello spazio un buco nero e una gru, o fare qualcosa di più sensato. Vediamo se l’Italia è davvero uno stato di diritto: la realizzazione dell’opera è stata decisa anni fa: adesso non si tratta di stabilire se farla, ma quando » .
Parole che hanno convinto il sindaco Dario Nardella, che pure prende tempo: « Sono fiducioso sul fatto che il ministro Franceschini trovi una soluzione, perché, in effetti, una soluzione è necessaria qualunque strada si prenda» . «Io — ha aggiunto — non sono per principio contrario all’arte e all’architettura contemporanea. È un progetto promosso dallo Stato, da anni se ne stanno occupando tutti i ministeri, quindi noi come Comune non possiamo che svolgere un ruolo eventualmente di supporto. Ma non possiamo essere noi a fare il primo passo» . Comunque «positivo » , per il sindaco, che fra le nuove sale ve ne sia una « dedicata a un grande artista vivente per l’arte contemporanea» .
Quanto alla sala Isozaki, fa parte di un complesso di tre ambienti aperti al piano terra accanto al nuovo auditorium per i congressi: uno spazio da 120 posti destinato, spiega Schmidt, «al dibattito, alla conoscenza, all’educazione, nel più autentico spirito della riforma museale di Pietro Leopoldo » . Accanto la sala, appunto, con i progetti di Isozaki, e altre due dedicate alla storia degli Uffizi, con, fra l’altro, la monumentale scultura antica dell’Arianna Dormiente e i portoni originali del complesso vasariano.