Leoni: tavolini, movida, rifiuti, le risposte sono tante promesse e ben poca speranza
Antonio Passanese
Giuliano Leoni vive da 40 anni nel centro di Firenze. Prima in piazza Santa Croce, oggi in Sant’Ambrogio. Da almeno un decennio, con il comitato «Ma noi quando si dorme», porta avanti le istanze dei residenti contro malamovida e degrado.
«Ma con il passare degli anni le cose invece di migliorare sono notevolmente peggiorate», dice. Per Leoni il colpo di grazia «lo ha dato il post Covid e il bomba libera tutti. Quello conto cui ci siamo battuti, ottenendo anche qualche risultato, è stato sdoganato, autorizzato. Mi riferisco al mangificio e ai tavolini che hanno ormai ricoperto mezza città. Senza controlli ognuno ha fatto ciò che voleva. Abbiamo più volte denunciato al Comune e ai vigili decine di situazioni totalmente illegali. Gli abitanti del centro sono stati privati di spazi pubblici, di parcheggi e della libertà di passeggiare sui marciapiedi senza inciampare in un tavolo o su una sedia».
Di battaglie per il diritto al riposo e al silenzio, Giuliano ne ha fatte tante — arrivando perfino, con il comitato, a portare in Tribunale i gestori di alcuni locali per gli schiamazzi dei clienti (poi condannati al risarcimento del danno fisico e morale) — e ora si appresta a farne altre. Perché «con tutta questa gente in strada e nelle piazze fino all’alba, con la movida, a rimetterci siamo sempre noi residenti e la nostra salute. In piazza Sant’Ambrogio per ora abbiamo risolto il problema perché c’è un cantiere che copre il sagrato, ma in Borgo La Croce è un inferno. Così come in piazza Santa Croce, in piazza Pitti e in piazza del Carmine. Il cittadino si sente abbandonato, possibile che chi ci governa non se ne renda conto?». Leoni non chiede di militarizzare ogni angolo del centro ma che Comune, Prefettura e Questura facciano rispettare le regole e le leggi: «Gli schiamazzi sono un reato, perché nessuno viene denunciato? Perché sono pochissimi i bar e i pub chiusi perché danno da bere ai minori? Perché si consente che in piena pandemia ci siano ovunque assembramenti?». A questo bisogna aggiungere un’altra «malsana abitudine che fino al 2019 era abbastanza contenuta ma che quest’anno ha raggiunto vette altissime: l’abbandono di rifiuti, in ogni angolo dei quartieri, accanto ai cestini. Ci si trova di tutto. I cassonetti interrati di via dell’Agnolo, per restare vicino casa, vengono perfino utilizzati come rimessa. Sono anni che denunciamo ciò che nel centro storico non va, ma le risposte sono tante promesse e ben poca speranza».
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