Signor Presidente del Consiglio, Signor Sindaco, signori consiglieri, signori cittadini.
Il programma amministrativo elaborato mesi or sono e presentato dalla lista Per Siena l’8 maggio 2018 alla stampa, è stato diffuso attraverso vari strumenti e discusso con la cittadinanza in numerosi incontri fino al voto, fino a trovare nell’attuale mozione in discussione alcune condivisioni, almeno nei titoli. Ciò conferma la validità del nostro lavoro, e di ciò ne siamo lusingati. Purtroppo però, a nostro avviso, non è sufficiente condividere le idee di altri o ispirarsi ad esse per avere la capacità di appropiarsene, pensarle dentro a un disegno organico e, in buona sostanza, realizzarle.
Il nostro programma ha richiesto un lungo lavoro di analisi prima della stesura, che ci ha permesso di definire criticità accanto a punti di forza della città e del territorio circostante ma, sopratutto, definire una visione progettuale. Ciò nella convinzione che debba esserci un adeguato approfondimento per amministrare la cosa pubblica, altrimenti qualsiasi azione è destinata al fallimento. L’improvvisazione non paga. Allo stesso modo, un programma deve essere accompagnato da una attenta gestione delle risorse, degli investimenti necessari e dei soggetti coinvolti per la realizzazione. Non abbiamo letto e neppure ascoltato nel suo intervento, i percorsi da mettere in atto per ottenere i risultati indicati, così come non è chiaro quali procedure verranno adottate per reperire i fondi necessari per una realizzazione concreta delle proposte. Inoltre l’assenza di una programmazione indirizzata ad uno sviluppo sostenibile in molti settori. Enormi sono le lacune sul fronte della cultura, del turismo, dell’ambiente, della qualità della vita, della viabilità e della stessa sicurezza. Ovvero, gli aspetti fondanti di qualsiasi azione amministrativa degna di questa città. E’ un programma con limitata visione strategica; non vengono usati gli asset che potrebbero consentire al territorio senese di agganciare i punti più significativi delle trasformazioni economiche in atto non solo nel nostro Paese.
Si parla prevalentemente di sport e di Palio, come se, l’unica politica possibile possa essere quella dell’intrattenimento. Sul Palio non abbiamo letto nulla che lo interessi nella valorizzazione degli aspetti identitari di natura culturale, sociale, antropologica. Sappiamo che le risorse sono scarse, non resta quindi che puntare sul minimo indispensabile per sopravvivere? Sul turismo dobbiamo rassegnarci alla logica dei grandi numeri? Non c’è nulla su progetti innovativi con la partecipazione dell’Università, per lo sviluppo ad esempio nel settore agroalimentare. Una cultura ridotta ad esibizione nella ricerca dell’evento più o meno spettacolare, senza alcuna trasmissione di insegnamenti, esperienze, senza alcuna possibilità di creare posti di lavoro qualificati, senza una produzione propria che nei vari settori crei nuovo reddito da lavoro. Si ripropongono le solite, vecchie rendite di posizione che tanto hanno pesato e pesano sulla città, sconfiggere quest’ultime avrebbe significato aprire un nuovo capitolo, un cambiamento per Siena, ma di tutto ciò non c’è traccia nelle linee programmatiche oggi in discussione.
Avevamo proposto e continuiamo a farlo, un’idea di cultura e di città sensibile all’innovazione, disposta a interfacciarsi con investitori, particolarmente attenta alla promozione e alla valorizzazione, proiettata in una dimensione popolare, aperta e disponibile a un coinvolgimento allargato dei soggetti più dinamici, con una particolare attenzione alle fascie sociali più deboli.
Signor Sindaco, signori consiglieri, noi continueremo a portare avanti i nostri contenuti anche in questa sede, verificando di volta in volta le disponibilità del Consiglio Comunale e su queste misureremo i nostri atteggiamenti complessivi.