L’appello del sindaco Dario Nardella da piazza della Signoria. E Risaliti, direttore del Novecento: “ Ogni museo oscuri un’opera”. Il no degli Uffizi
di Ernesto Ferrara
Fiori e coccarde. Biglietti, disegnini. Una bimba vorrebbe lasciare il suo peluche. I turisti con lo smartphone in mano scattano selfie o strabuzzano gli occhi sotto quel drappo nero, un pugno allo stomaco. I passanti si avvicinano, chi può lascia qualcosa. nche solo il pensiero. Sotto il David Firenze da ieri chiede pace. Il sindaco Dario Nardella ha deciso di fare un gesto forte per lanciare un messaggio simbolico. Una scossa, un’immagine che potesse fare il giro del mondo. L’idea: Firenze che oscura uno dei simboli della sua bellezza, l’icona mondiale della libertà, il David di piazza Signoria, una copia dell’originale di Michelangelo Buonarroti dell’Accademia. Da ieri mattina un telo nero copre la statua, nero come la notte della guerra. «Invito i fiorentini a portare fiori», chiede dall’arengario il sindaco, circondato da ucraini e anche russi. E la mobilitazione è subito cominciata. Un pellegrinaggio sotto il David, coperto e infiocchettato con nastri gialli e blu, i colori dell’Ucraina ora invasa. Un tempo i fiorentini portavano i loro messaggi sotto l’Ercole e Caco, proprio lì accanto. Adesso è il David la mèta di quest’impegno collettivo. Monumento contro la guerra proprio mentre in Ucraina hanno iniziato a portare monumenti e opere d’arte nei bunker, o a fasciarle, per salvarle dalle bombe. «Speriamo di toglierlo presto il drappo. Per il momento l’idea è tenerlo fino alla fine della guerra » annuncia il sindaco, che per sabato 12 ha anche lanciato una manifestazione europea. «Sarebbe molto bello e forte se ogni museo italiano volesse dare un segnale. Ognuno potrebbe oscurare uno dei suoi simboli artistici per lanciare un messaggio. La bellezza è ferita, nessuno può restare indifferente», si appella il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti, tra gli ideatori dell’iniziativa. L’arte che si cancella e rifugge persino lo sguardo pur di fermare la guerra. Un’altra sfida, stavolta alla cultura, è lanciata da Firenze.
Gli Uffizi non ci stanno, lo dicono subito: « Noi non oscuriamo delle opere per principio. Fare vedere le opere è il nostro compito » , si schiera il direttore Eike Schmidt. E anche sul Facebook di Nardella c’è chi protesta. «Non si può usare il David per cose del genere», si sofferma un turista. « Bene il flash mob ma ora va tolto » , chiede il consigliere comunale Fdi Draghi. Ma tanti approvano: «Gesto nobile » ringrazia il sindaco una turista siciliana. Era già accaduto ai tempi degli attentati terroristici in Francia che il David indossasse il lutto al braccio. Ma stavolta è diverso, è un colpo d’occhio pazzesco, i turisti sferzati dal vento gelido sono sconvolti. Quel nero finisce per interrogarci tutti: «Perchè?». Sopra il drappo i cittadini ucraini vengono a depositare spille e coccarde gialle e blu. « È un gesto di lutto e di dolore nel giorno della nascita di Michelangelo Buonarroti – spiega Nardella Ricordiamo le vittime ucraine e anche i giovani militari russi mandati a morire da Putin. Il David è il simbolo della libertà, gli ucraini per noi sono il David che combatte contro la tirannia di Golia » . In piazza c’è Cristina, di Leopoli: « Sento tutti i giorni i miei cari con la morte nel cuore, avevo il pensiero di tornare in patria, mi sento quasi in colpa ad essere qui » . C’è anche un gruppetto di russi come Ivan, da San Pietroburgo: « Siamo russi e contro la guerra, è terribile. Putin ha fatto questo contro i russi, che non capiscono. Noi chiediamo che finisca». Il drappo nero è stato donato da due imprenditori, Sarti e Gori. « Io credo che la cancellazione metta in evidenza le cose. Putin sta distruggendo i valori della democrazia occidentale. Firenze è patria dell’umanesimo, cancellare il David vuol dire dichiarare che la bellezza è in lutto. Il terrore della guerra ha il colore della notte nera, non del bianco del David. Un telo oscuro come la guerra copre il simbolo di Firenze. Tutti i musei italiani coprano un pezzo del loro patrimonio. Non possiamo restare gli stessi » rivendica Risaliti. Iniziative contro la guerra dalla Versilia a Sant’Anna di Stazzema. La Misericordia invita a portare generi di prima necessità e pannolini nelle sue sedi, d’accordo con la chiesa ucraina.