- C’è sempre un senso politico, magari non intuitivo, nella scelta del premio Nobel per l’economia che spiega perché vengono scelti certi economisti proprio in un certo anno.
- Il contesto della pandemia e della sfida di prendere decisioni di politiche pubbliche sulla base di dati difficili da decifrare, rende perfetto il tempismo del riconoscimento assegnato a David Card (Berkeley), Joshua Angrist (Mit) e Guido Imbens (Brown).
- In modi diversi e complementari, Card, Angrist e Imbens hanno permesso all’economia di avvicinarsi al rigore delle scienze naturali e sperimentali.
C’è sempre un senso politico, magari non intuitivo, nella scelta del premio Nobel per l’economia che spiega perché vengono scelti certi economisti proprio in un certo anno, magari decenni dopo che i loro contributi sono diventati pilastri della ricerca.
Il contesto della pandemia e della sfida di prendere decisioni di politiche pubbliche sulla base di dati difficili da decifrare, perché influenzati da molte variabili non tutte osservate, rende perfetto il tempismo del riconoscimento assegnato a David Card (Berkeley), Joshua Angrist (Mit) e Guido Imbens (Brown). Card ha firmato i suoi lavori citati dal comitato con un altro economista super star, Alan Krueger, che però si è suicidato nel 2019.
SENZA LABORATORIO
In modi diversi e complementari, Card, Angrist e Imbens hanno permesso all’economia di avvicinarsi al rigore delle scienze naturali che insegue da quando ha abbandonato le questioni di principio della filosofia morale per ibridarsi con la statistica, la matematica e infine l’econometria. Nelle altre scienze, esistono laboratori dove si possono testare teorie per vedere cosa succede e misurare gli effetti.