ROMA – Non c’è ancora accordo tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte su chi dovrà prendere e guidare il nuovo M5S. Col rischio di ripetere quanto accaduto in una scuola materna di Arezzo dove un nonno ha preso la nipotina a fine scuola ma quando è arrivato a casa i familiari si sono trovati davanti un’altra bambina. Tornati subito alla scuola hanno trovato la bambina giusta e… i Carabinieri allertati dalla mamma dell’altra presa per sbaglio. Ecco, tornando alla prova di forza tra Grillo e Conte, il rischio alla fine è di ritrovarsi comunque col M5S sbagliato. Perché la situazione politica, col Governo Draghi che marcia spedito, non è più quella che ti permette di fare quello che vuoi senza pagarne le conseguenze. Vero che il travaglio investe tutte le forze politiche, dal centrodestra al centrosinistra. Ma il centrodestra, quando sente odore di Governo alla portata, è assai lesto ad accordarsi, mentre il centrosinistra ha una passione sfrenata per i distinguo.
Grillo, visionario e garante supremo, pensa di risolvere la questione nominando lui i vicepresidenti e la responsabile della comunicazione del M5S. Insomma, alla fine, sembra che il rilancio passi attraverso la nomina di due guardiani a fianco di Conte e di una fedelissima al posto di Rocco Casalino. Di fatto si ripropone un potere a metà che Giuseppe Conte, il leader incaricato a suo tempo dallo stesso Grillo, contesta e rifiuta. Alle 17.30 Conte ha chiamato i giornalisti in conferenza stampa per mettere in chiaro quali sono le sue condizioni. Non sbatterà la porta in faccia a Grillo, non ne ha la forza, ma cercherà in tutti i modi di convincerlo che senza organi politici nuovi, senza un leader in grado di assumersi in pieno la responsabilità, nessun nuovo M5S nascerà. Altro errore, pensare che sia una partita che riguarda soltanto loro due. Tutto il fronte parlamentare vive da tempo una situazione di tensione massima. Tensione che ha portato alla nascita di gruppi e gruppi che aspettano solo di sapere chi comanderà per presentare a loro volta le sacrosante e fondamentali richieste. Nessuno, al contrario, spiega in che modo sarà possibile rimettere insieme i tanti pezzi in cui si è diviso il M5S; nessuno chiarisce in quale spazio politico dovrà collocarsi il nuovo M5S: mani libere oppure alleati col Pd e il centrosinistra? Se invece punterà ad occupare lo spazio dei moderati, prospettiva questa che i sondaggi vedono a danno del bacino elettorale Dem, che ne sarà del segretario Enrico Letta che sta puntando tutte le sue carte proprio sull’alleanza con i ‘grillini’? Si aprirà di nuovo lo scontro tra le diverse anime del Pd per trovare un altro leader e un’altra linea politica? E se alla fine sarà proprio Conte a gettare la spugna e tornare ad insegnare? A quel punto, dicono più voci ‘grilline’, si tornerà a Luigi Di Maio, già capo politico del M5S. Beppe Grllo potrà dettare la linea dall’alto sparando ogni tanto qualche ‘vaffa’ di qui e di là, mentre Di Maio potrebbe spostare il peso politico del M5S a Sud, dove c’è bisogno e sempre più difficoltà. In questo caso la politica assistenzialista potrebbe servire e portare anche bei voti.